Caporalato dei volantini: la ‘mente’ è donna

Dall’operazione dei carabinieri (undici misure cautelari) emerge il ruolo cruciale di una pistoiese di 62 anni. ‘Trackers’ e sfruttamento.

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Una foto. ‘catturata’ dai carabinieri durante le indagini sul caporalato nella. distribuzione di volantini

I caporali. I reclutatori. I capisquadra. E lei, Rosa Riccarda Ciochino, 62 anni, residente a Pistoia, che attraverso i ‘trackers’ – sostengono gli investigatori – controllava a distanza se gli incaricati alla distribuzione coprivano effettivamente le zone a loro assegnate. Ciochino è stata ristretta agli arresti domiciliari dal giudice delle indagini preliminari, considerata dagli investigatori uno dei perni della presunta organizzazione che avrebbe sfruttato immigrati africani e asiatici disperatamente alla ricerca di un lavoro. Anche se sottopagato (da 2,70 a 3 euro l’ora, quando la norma indica un minimo di 6) e svolto in condizioni di notevole stress psicofisico. Non meno di 11 ore di fatica al giorno a imbucare nelle cassette della posta volantini pubblicitari della grande distribuzione alimentare ed elettronica, trascinando un carrellino: qualcuno degli stranieri reclutati al nero si è ammalato a furia di effettuare consegne sotto il solleone o con il freddo e la pioggia.

I carabinieri del nucleo tutela lavoro, con l’ausilio dei colleghi della compagnia provinciale pistoiese e l’Ispettorato del lavoro, hanno condotta l’inchiesta per conto della procura di Firenze e quindi notificato undici provvedimenti cautelari – tra arresti in carcere, nel proprio domicilio e obbligo di dimora – ad altrettante persone. Ciochino è l’unica italiana e la sola donna coinvolta. Nell’ordinanza, il gip scrive che svolgeva "un ruolo essenziale nell’organizzazione del lavoro, gestendo da remoto la suddivisione in zone da sottoporre a volantinaggio, monitornado lo svolgimento dell’attività lavorativa, interfacciandosi con Ali Riasat e Ahmad Rouf (pakistani residenti a Prato considerati al vertice dell’organizzazione, ndr) sul programma quotidiano da svolgere".

Spesso, hanno accertato gli investigatori, Ciochino affiancava i due capi a bordo dei furgoni carichi di volantini. Non solo: attraverso ‘trackers’ (letteralmente ‘inseguitori’), dispositivi elettronici di tracciamento tipo Gps che venivano direttamente messi nelle tasche degli immigrati, era in grado di visualizzare sul telefono delle mappe attraverso le quali controllava la percentuale di consegna dei volantini "con riferimento alle zone in cui dovevano essere effettuate le distribuzioni e per le quali la donna dettava i tempi di servizio". Ciochino viene indicata dagli inquirenti come dipendente e responsabile del magazzino della società Antares srl, committente delle società dei due presunti ‘caporali’ pakistani.

Si.Bo.