Django, il cucciolo salvato dalla piena del torrente. Due giorni di ricerche

Il suo istinto di sopravvivenza gli ha indicato il riparo, un anfratto, una grotta. Il resto lo ha fatto il cuore delle persone che non hanno mai smesso di cercare il cane

Django, il cucciolo salvato

Django, il cucciolo salvato

Pistoia, 29 dicembre 2021 - Ha passato due notti e due giorni da solo, senza cibo né acqua, senza il calore della sua famiglia, spaventato dalla piena del torrente e dalla pioggia, dal buio della sera. Finalmente, ieri, poco dopo le 15, il piccolo Django, un cucciolo di amstaff blue, 6 mesi, è stato ritrovato e tratto in salvo, poco distante dal luogo in cui era caduto sotto la cascata di Capostrada. Il suo istinto di sopravvivenza gli ha indicato il riparo, un anfratto, una grotta. Il resto lo ha fatto il cuore delle persone che non hanno mai smesso di cercarlo.

Dopo essere caduto nelle acque gelide, Django è riuscito a riemergere ed è stato fermo lì, ad aspettare che la sua famiglia tornasse da lui. Un racconto da fiaba di Natale, che ha tenuto col fiato sospeso tantissime persone, amici sconosciuti che la famiglia di Django ora vuole ringraziare. Per due notti e due giorni sono stati in tanti a cercare il cucciolo, pensando che si fosse allontanato sospinto dalla corrente. "Abbiamo avuto segnalazioni da Pontelungo e da Quarrata", racconta David, lo zio del cagnolino, "tutti si sono messi alla ricerca del cucciolo".

"Lunedì pomeriggio io e mia figlia Anita avevamo portato Django come tutti i pomeriggi a fare la solita passeggiata, ma a un certo punto lui è scivolato proprio vicino all’argine. Io non ci ho pensato due volte e mi sono tuffato a cercarlo in acqua. Purtroppo senza successo". A raccontare la storia è il papà di Django, Fabrizio, emozionato e commosso. L’allarme è scattato immediatamente: i primi a intervenire sono stati i vigili del fuoco di Pistoia che hanno perlustrato la zona con l’elicottero, utilizzando una termocamera per rilevare se nell’acqua ci fosse il corpicino del cane, ancora vivo e quindi con una temperatura più alta del torrente gelido. Nulla. Due notti e due giorni di ricerche senza sosta. Nel frattempo arrivavano le segnalazioni e gli avvistamenti.

"Io però mi ero incaponito - racconta Fabrizio, che considera Django come un figliolo – sapevo che il mio cucciolo era sempre lì. Avevo bisogno di aiuto e sono tornato dai vigili del fuoco: sono stati loro a credermi e a credere che Django potesse essere vivo". Così, ieri pomeriggio, alle squadre di Pistoia si è unita quella dei sommozzatori di Firenze. Sono stati loro a trarre in salvo il cucciolo. "Lui era nella grotta sotto Capostrada – racconta il suo padrone – dove lo avevo sempre immaginato. Dimostrando a tutti il suo coraggio e la sua fiducia in noi. In questa fiaba di Natale ci sono tante persone da ringraziare, ma i primi sono i pompieri che mi hanno dato fiducia e hanno riportato a casa il mio cucciolo".

Martina Vacca