Pistoia, 28 gennaio 2019 - Fa discutere la chiusura del Centro per il contrasto agli abusi ed ai maltrattamenti ai minori e di supporto alle loro famiglie «Crisalide», nato e sostenuto dagli Istituti Raggruppati di Pistoia, un servizio di fatto tagliato, dopo la scadenza della convenzione con la Società della Salute, non più rinnovata. Sul caso interviene l’avvocato Marica Bruni, ex presidente del Cda degli Istituti raggruppati.
Avvocato, come è nato il centro? «E’ nato nel 2015, fortemente voluto dal precedente Cda dell’azienda pubblica di servizi alla persona Istituti Raggruppati, che decise di puntare su interventi di qualità piuttosto che sulla quantità. In particolare i servizi per minori con difficoltà relazionali e/o sociali erano da noi considerati un elemento imprescindibile».
E la qualità è stata raggiunta di quei servizi. Prova ne sono i tanti interventi svolti sui minori in questi anni. «Prove ne sono gli interlocutori che abbiamo avuto: il Comune di Pistoia, la Società della Salute, l’Asl, il Tribunale di Pistoia, Il Tribunale Minorenni di Firenze, e il Garante Nazionale Infanzia e adolescenza. E prova ne è il fatto che la supervisione del servizio è stata affidata al professor Luigi Cancrini, uno dei maggiori esperti del settore e presidente della commissione ministeriale sul contrasto al maltrattamento ed agli abusi minorili. Era stata poi scelta la dottoressa Cremasco assistente sociale con esperienza pluridecennale al Centro Aiuto al bambino Maltrattato di Roma. Il tema della qualità dei centri e degli interventi allora realizzati dagli Istituti fu a lungo dibattuta con gli operatori dei Centri Casa in Piazzetta ed Arcobaleno ed essi per primi sollevarono la necessità di fare un salto di qualità dei percorsi».
Dunque, che cosa è accaduto ora? «Probabilmente a questa chiusura non si sarebbe giunti se il nuovo Cda degli Istituti Raggruppati avesse raccolto l’invito, più volte reiterato dal Cda che ho presieduto e, a quel che mi consta, anche sollecitato dal sindaco del Comune di Pistoia, Alessandro Tomasi, ad un incontro per il ‘passaggio di consegne’. E’ stato scritto che sono stati ipotizzati interventi diversi dal Centro, sicuramente legittimi. Rimane, però, incomprensibile capire perché è stato deciso di chiudere l’esperienza del Centro. Problemi economici? Ad ogni buon conto il costo del servizio era sostenuto al 50% degli Istituti Raggruppati ed al 50% della SdS: inoltre, intorno a questo servizio è possibile coinvolgere altri soggetti importanti quali la Regione Toscana, la Asl, l’Istituto Degli Innocenti».
«Confido – conclude l’avvocato Bruni –, a nome di tutto il precedente Cda, e, quindi, a nome di Elisabetta Fabbri, Lisa Petruzzi, Michele Vienni e Gabriele Fittipaldi, che ci sia un ripensamento su ciò che si rischia di disperdere e che è stato costruito con anni di lavoro e tempo spesi gratuitamente ma con la convinzione del bene per la città ed il nostro futuro».