
Le indagini della polizia sono state dirette dal sostituto procuratore Claudio Curreli grazie anche alle telecamere nascoste nella casa
Le punizioni scattavano per tutti e sei i fratellini, tutte le volte che non eseguivano gli ordini della madre e del padre. Punizioni durissime: come quella di costringere i piccoli a stare in ginocchio suol sale grosso senza potersi muovere. In un caso, la madre avrebbe scagliato un coltello contro una delle figliolette. Il racconto degli orrori è emerso ad aprile del 2024, quando una delle figlie, la più grande, adolescente, si sarebbe allontanata da casa e avrebbe denunciato gli abusi. Immediatamente sono scattate le indagini della polizia, dirette dal sostituto procuratore Claudio Curreli, che a gennaio scorso hanno portato all’arresto della coppia. Nella casa della famiglia, di origine straniera, sono state piazzate le telecamere che hanno catturato alcune scene degli abusi subiti dai piccoli. Madre e padre sono accusati di maltrattamenti aggravati sui sei figli. Ora si trovano ancora in carcere: lui a Pistoia e lei a Prato. Ieri mattina si è svolta l’udienza davanti al gip Patrizia Martucci, durante la quale si sono costituite le parti civili. I bambini sono rappresentati dall’avvocato Andrea Torri di Prato, mentre curatrice dei minori è l’avvocato Francesca Barontini di Pistoia. La madre ha scelto il rito abbreviato, mentre per il padre inizierà il processo domani davanti ai giudici del collegio. Oggi tutti i fratellini sono si trovano in luoghi protetti. Dopo quello della figlia maggiore, il provvedimento di allontanamento degli altri cinque fratellini (tutti affidati e collocati in sicurezza abitativa), è stato eseguito a gennaio in urgenza dagli stessi servizi sociali del comune, in base al procedimento ex articolo 403 del codice civile (che prevede l’intervento in autonomia della pubblica autorità al fine di garantire la protezione dei minori) subito dopo convalidato dal giudice monocratico del Tribunale per i Minorenni di Firenze, che ha nominato il curatore dei minori.
Martina Vacca