CRISTINA PRIVITERA
Cronaca

Assenteismo in prefettura a Pistoia: dopo 5 anni tutto come prima

Solo in quattro, su 49, davanti al giudice. E qualcuno è già in pensione

Una dipendente colta in flagranza di reato, mentre timbra un cartellino per conto di colleghi (foto d’archivio)

Pistoia, 25 gennaio 2016 - Un'allegra compagnia di impiegati, con parecchie defaillance nel timbrare il cartellino di entrata e uscita, quella finita sotto inchiesta a Pistoia con l’accusa di assenteismo: praticamente tutta la prefettura, 49 dipendenti, se si escludono i quattro dirigenti e altrettanti impiegati che non compaiono nell’inchiesta della procura che contesta loro la truffa aggravata ai danni dello Stato e la violazione della legge sul pubblico impiego. Eppure, a cinque anni dall’avvio dell’indagine, per gli impiegati coinvolti nell’inchiesta non c’è stata nessun provvedimento disciplinare.

Tutti i 49 accusati di essere, chi più chi meno, almeno un po’ «fannulloni», non hanno subito conseguenze, a parte il fatto che per tutti loro è stato solo avviato l’iter dei provvedimenti disciplinari. I fatti risalgono a cinque anni fa e i «furbetti del cartellino» pistoiesi risponderanno del loro operato con i consueti tempi lenti della giustizia. Ben altra severità, immediata, avrebbero rischiato se all’epoca dei fatti fosse già stato in vigore il nuovo pacchetto di sanzioni per gli assenteisti del pubblico impiego colti sul fatto, contenuto nei primi undici decreti esecutivi della riforma Madia della pubblica amministrazione, varati dal Consiglio dei ministri giovedì scorso. In pratica chi viene «beccato» in flagranza può subire il licenziamento immediato. Fondamentali saranno le prove in possesso del datore di lavoro-ente pubblico, come ad esempio videoregistrazioni. Rispetto al passato, ha annunciato il premier Renzi, le norme anti-assenteisti diventeranno più efficaci e tempestive, e sui dirigenti ricadrà una maggiore responsabilità. Anche loro rischieranno il posto di lavoro se non si attiveranno entro 48 dall’accertamento dell’assenza ingiustificata del dipendente.

Nell'inchiesta pistoiese sono state raccolte decine di filmati, che riprendono gli impiegati del Palazzo del Governo uscire dall’ufficio, in orario di lavoro senza timbrare oppure affidandone la timbratura ad altri colleghi. Dei 49 sotto accusa, solo per quattro è stata emessa una sentenza davanti al gup: due hanno patteggiato (8 mesi e 300 euro di multa in un caso e 10 mesi e 400 euro, in un altro) ma nel frattempo erano già andati in pensione; un altro è stato condannato (a 6 mesi di reclusione e 200 euro di multa), e continua a lavorare; uno, infine, è stato assolto.

Le posizioni dei dipendenti sarebbero diverse, a seconda dei casi, ovvero del tempo in cui si sarebbero assentati e del danno economico così arrecato allo Stato. Danno che complessivamente, per i 18 impiegati (per i quali le indagini si sono concluse), arriverebbe a poco più di 5mila euro. Si va dal caso più lieve (12 ore di assenza, per un danno di poco più di 100 euro) a quello più grave (94 ore di assenza pari a 822 euro di retribuzione). Ma ci sono ulteriori 31 impiegati per i quali le indagini non sono concluse, mentre per altri 13 il processo inizierà il 27 maggio.

Le indagini presero il via nel 2011 sulla base di un esposto alla procura di Pistoia. Per sei mesi gli spostamenti dei dipendenti furono monitorati attraverso telecamere spia che riprendevano l’ingresso del palazzo del Governo.

La vicenda pistoiese è ancora tutta da scrivere e i provvedimenti disciplinari e la richiesta dei risarcimenti per lo stipendio percepito indebitamente chissà quando (e se) arriveranno.