
Pistoia, 12 marzo 2024 – Via la cassa di legno che lo contiene, via gli strati protettivi di ovatta, carta velina, pluriball. E così ecco apparire alla vista i primi disegni e i primi colori a noi familiari da anni. Tutte le gradazioni di verde tipiche del bosco incantato, gli iris, le campanule, le violette: non c’è dubbio, sotto quello spesso strato protettivo c’è il bellissimo Arazzo Millefiori, capolavoro di arte tessile del Millecinquecento che torna a casa, a Palazzo dei Vescovi, dopo il prestito che lo ha visto protagonista nella Capitale per la mostra dedicata a Calvino. Il rientro martedì scorso sotto l’attenta regia di Rebecca Romere per Pistoia Musei, lì a garantire la correttezza delle operazioni di scarico, rimozione dell’imballaggio e infine riposizionamento nella sua sede, la sala dell’Arazzo, una delle tante bellissime stanze del Palazzo che guardano piazza Duomo.
“Ogni opera è una realtà a sé e quindi tutta la movimentazione va studiata apposta per l’opera specifica – spiega Rebecca, tecnicamente ‘registrar’ di Pistoia Musei, ovvero quella figura che ha il compito di gestire prestiti e movimentazioni in genere delle opere, siano esse interne o esterne –. Bisogna saper tenere conto delle caratteristiche intrinseche di questa. In particolare l’arazzo viene arrotolato, protetto a livello di superficie con materiali compatibili e inerti chimicamente, per un numero di strati calcolato sul volume dell’opera e sul suo peso, che equivale a dieci chili nel caso del Millefiori". È quindi arrivato il momento di riportare l’opera nel suo ‘habitat’, al piano superiore di Palazzo dei Vescovi: steso a terra, guanti a proteggere le mani, viene srotolato e riposizionato sulla sua struttura che attraverso un meccanismo elettrico lo pone infine in verticale, nel modo in cui cioè lo si può meglio ammirare.
“Sul fronte conservativo sta bene, il prestito è stato finalizzato correttamente – aggiunge la registrar –. Ora dovrà solamente riprendersi un po’ a livello di perpendicolarità delle fibre rispetto a terra. Se esistono rischi a movimentare le opere? È normale, ma è compito del registrar lavorare con tutti i soggetti coinvolti nella filiera per annullare ogni singolo rischio. Come Pistoia Musei ci dotiamo di tutte le professionalità del caso per far sì che i possibili rischi non si avverino".
“Dopo Parigi e Roma, adesso è il momento di lasciare a riposo per un po’ l’Arazzo – aggiunge la direttrice di Pistoia Musei, Monica Preti –. L’idea è che l’installazione multimediale realizzata dal collettivo Camera Nebbia (che ha totalizzato circa tremila visite), di alto valore scientifico, tecnologico e anche artistico sostenuta dalla Fondazione Caript, cominci a girare non solo nella nostra provincia, ma anche fuori dalla Toscana. Vorremmo che diventasse una sorta di museo fuori dal museo, ambasciatore della nostra collezione. Conclusa la mostra Pop Art Italia, che porterà alcuni pezzi anche nelle altre sedi Pistoia Musei oltre che a Palazzo Buontalenti, vorremmo infine che questo contenuto affiancasse l’Arazzo stesso, in un modo ovviamente altro rispetto a quello in uso fino ad oggi. In aprile inoltre avremo incontri importanti dedicati al Millefiori, una conferenza di Mario Barenghi, curatore della mostra su Calvino a Roma sui temi di letteratura e arte, spiegando i motivi che lo hanno indotto a scegliere per quella mostra la nostra opera, poi un concerto e l’iniziativa che lega l’arte allo sport".