Scuole di danza, scatta la mobilitazione: "Un intero settore rischia di fallire"

Lettera aperta alle istituzioni. Tra i firmatari anche due realltà pistoiesi

Una scuola di danza

Una scuola di danza

Pistoia, 7 maggio 2020 - Presidi di riferimento per il territorio, veri e propri centri di formazione che promuovono l'attività fisica, il lavoro di squadra e le buone pratiche della salute. Ci sono anche due scuole pistoiesi, Motus Centro Danza e Danzarte Asd, nell'accorato appello delle realtà toscane che ha come capofila il centro Opus Ballet. Un lungo documento che analizza punto per punto le difficoltà del momento, sottoscritto da più di 80 scuole della regione. "Le scuole di danza della Regione Toscana vogliono unire le proprie voci per portare all’attenzione delle istituzioni e della cittadinanza la grave situazione che l’intero settore sta vivendo in questo momento - si legge nel documento - . Le scuole di danza sono per lo più imprese private che non ricevono finanziamenti pubblici, che si sostengono esclusivamente con le quote di iscrizione degli allievi, oltre naturalmente con l’impegno e il lavoro di persone che hanno dedicato la loro vita a questa forma d’arte".

"Siamo un intero comparto dell’economia nazionale che paga affitti, utenze e manutenzione di immobili e sale, garantisce occupazione ad un numero enorme di insegnanti, istruttori sportivi e personale amministrativo, collabora strettamente con le realtà culturali del territorio, organizza fiere, eventi, concorsi, spettacoli. Tutto questo, nel giro di pochi giorni, è stato letteralmente azzerato". Ma anche per questo settore il problema maggiore è legato all'incertezza: "Questa incertezza, questa continuo slittamento delle date previste per la riapertura, è di certo dovuto alla difficoltà di dare risposte ad una situazione eccezionale e mai affrontata finora. Ma a che prezzo? Al prezzo del fallimento di un intero settore dell’economia italiana, con le società costrette per mesi a sostenere le spese di funzionamento di impianti deserti, senza poter contare su nessun tipo di introito e con il timore di non poter tornare più ai livelli di prima? Al prezzo della perdita di decine di migliaia di posti di lavoro? Quanto potremo durare infatti in queste condizioni, in attesa di un’indicazione chiara che ci dica cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?".

"Chiediamo - è la preghiera finale -, almeno, la possibilità di ripartire definendo delle “modalità di cautela” umanamente ed economicamente sostenibili, anche a costo di rischiare un temporaneo snaturamento di un’attività che per sua essenza prevederebbe la vicinanza fisica delle persone, il lavoro di gruppo, la condivisione degli spazi. Purtroppo le misure di sostegno varate finora dal Governo non offrono soluzioni sul lungo periodo, ma solo, ancorchè in modo solo parziale, tamponano l’emergenza in atto. Noi naturalmente esprimiamo tutto il nostro sostegno alle istituzioni regionali e nazionali per il difficile lavoro che stanno svolgendo a sostegno dei cittadini e delle imprese duramente colpiti dall’emergenza. Sappiamo bene che il futuro sarà difficile e incerto per tutti, che andiamo incontro a enormi sacrifici e che ognuno di noi dovrà contribuire come può e fare fronte comune. Aspettiamo però con fiducia un segnale che chi ci amministra ha a cuore anche la nostra sorte. Uniamo, quindi, la nostra voce a tutti i professionisti del settore che in questi giorni stanno chiedendo considerazione e soprattutto risposte con un’unica grande certezza nel cuore: non vogliamo smettere di danzare per sempre”.  Per chi volesse sottoscrivere la lettera è possibile mandare una mail a [email protected] indicando il nome della scuola e la città in cui ha sede.