
Sono state 297 le denunce di malattie professionali presentate nel corso del 2021 in provincia di Pistoia. Il dato Inail è stato diffuso durante il convegno che si è svolto ieri alla biblioteca San Giorgio di Pistoia, promosso da Anmil (Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), nell’ambito della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro e per le vittime dell’amianto. E a Pistoia sono proprio le conseguenze dell’esposizione all’amianto a preoccupare di più, come sottolineato da Manlio Monfardini, responsabile dell’archivio Marco Vettori all’omonimo Centro di documentazione amianto e malattie correlate della Fondazione Attilia Pofferi e Sandra Fabbri, direttrice della stessa Fondazione, che ha sede a Pistoia. "A Pistoia dal 1997, quando Marco Vettori e Valter Bartolini, ambedue operai Breda, denunciarono il problema, che poi diede luogo al processo dal 2002 al 2004 – ricorda Monfardini – i morti accertati per mesotelioma che derivavano direttamente dalla Breda, ovvero lavoratori diretti e una donna che lavava le tute del marito operaio, sono 150. Il numero pare piccolo, ma è relativo ad un cluster di operai e non a tutta la città, quindi anche a livello italiano è considerato altissimo. Oltre ai morti, ci sono ancora le persone che sono affette da asbestosi, una malattia dei polmoni causata dalle fibre di amianto che spesso evolve in patologie cardio-polmonari, che possono portare a invalidità molto gravi o anche alla morte". Il picco, per quanto riguarda le morti da amianto, non è ancora stato raggiunto. "Lo avremo nel 2025 – afferma Alessandro Grassini, presidente Anmil provinciale – Ogni anno in Italia per malattie correlate all’amianto muoiono oltre 3mila persone. L’unica salvezza? Prevenzione e sicurezza. Purtroppo ciò che manca è proprio la cultura della sicurezza: l’amianto ancora oggi è presente in molti edifici pubblici, come scuole, palestre, luoghi di culto". "Purtroppo non c’è solo l’amianto – aggiunge Daniele Manetti, dell’Anmil provinciale, che tanto si spende per la causa –, come dimostrano le 297 denunce di malattie professionali presentate a Pistoia durante il 2021, che al momento sono in corso di classificazione". Di situazione ‘pesante’ parla anche Giovanna Bianco, responsabile sicurezza nei luoghi di lavoro per la Regione. "Noi ci avvaliamo di Ispro come ente regionale che raccoglie dati relativi alle malattie professionali e da esposizione a cancerogeni – spiega – e la situazione in Toscana vede una diffusione di malattie correlate all’amianto, per esposizione passata, abbastanza importante, proprio per le numerose aziende nel settore. Sulla base delle ricerche effettuate si stima un’esposizione di circa 7.5008mila persone: noi ne abbiamo già intercettate circa 2mila con visite di primo livello, alle Usl. Ricordiamo che le persone possono rivolgersi, anche in maniera spontanea agli ambulatori dei servizi di prevenzione, igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro delle Asl, per una visita e per valutare se c’è stata un’esposizione in passato che può determinare una malattia professionale correlata all’amianto. Oppure sono le stesse Asl a chiamare per le visite, dato che hanno le liste di coloro che in passato hanno lavorato nelle aziende dove si utilizzava amianto".
Patrizio Ceccarelli