
Il sindaco di Agliana, Luca Benesperi, evidenzia il mancato aggiornamento delle mappe del rischio idraulico
"Le mappe del rischio idraulico devono essere aggiornate". Lo fa presente il sindaco di Agliana, Luca Benesperi, in carica dal 2019, che fino dal suo primo mandato ha le deleghe a urbanistica ed edilizia. Il primo cittadino evidenzia che il mancato aggiornamento delle mappe, non solo crea varie difficoltà per i Comuni, ma blocca anche la possibilità di recuperare l’edilizia esistente, evitando ulteriore consumo di suolo. "Uno dei primi atti compiuti dopo il mio insediamento come sindaco, nel 2019 – ricorda Benesperi –, è stata la compartecipazione al progetto intercomunale per la revisione delle mappe del rischio idraulico. L’obiettivo era superare le incongruenze e le illogicità presenti nel Pgra, il Piano Gestione Rischio Alluvioni del 2016 e tuttora vigente, attraverso la redazione di uno studio condotto con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili e un significativo investimento di risorse economiche e professionali. A distanza di sei anni, però – riferisce –, siamo ancora fermi al punto di partenza e brancoliamo nel buio. Persiste un continuo rimpallo di competenze tra Genio Civile e Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, mentre i Comuni vengono ora chiamati a fornire ulteriori elementi per la revisione del Piano alluvioni". Benesperi sottolinea: "Questa situazione sta letteralmente paralizzando gli enti locali, costretti a operare in regime di salvaguardia e impossibilitati a rilasciare qualsiasi tipo di permesso, anche per interventi di recupero su edifici dismessi, quindi con l’impossibilità di recupero degli edifici esistenti. Giustamente, poi – osserva –, i cittadini non capiscono perché in certe parti si possa edificare ex novo e in altre non si possa nemmeno frazionare o fare un semplice cambio di destinazione d’uso. Ne derivano gravi ripercussioni anche sui bilanci pubblici, per la perdita di introiti derivanti da Imu. Solo per l’Imu sui terreni edificabili ora in regime di salvaguardia – chiarisce –, declassati da aree edificabili ad aree non pianificate, di fatto come i terreni agricoli, si tratta circa 200.000 euro l’anno di introiti in meno e neppure oneri di urbanizzazione, con conseguente carenza di risorse da destinare a opere pubbliche e servizi per i cittadini.
"Non si tratta di voler cementificare a tutti i costi come da più parti si vuol fare credere – evidenzia il sindaco –, ma in queste condizioni risulta impossibile pianificare efficacemente l’assetto del territorio rivedendo gli strumenti urbanistici ormai scaduti e, soprattutto, comprendere dove si concentri realmente il rischio idraulico. Auspico che questo mio appello, condiviso anche da molti altri sindaci della regione Toscana, venga finalmente recepito dagli organi competenti, affinché si proceda quanto prima alla redazione delle nuove mappe del rischio idraulico. Solo così – conclude – sarà possibile restituire operatività ai Comuni, garantire una crescita sicura dei territori e tutelare i diritti dei cittadini".
Piera Salvi