
Nella giornata in cui la Pistoiese non riesce ad avere la meglio della capolista Giana, è venuto a mancare il bomber arancione della serie A: Vito Chimenti, 69 anni (ne avrebbe compiuti 70 il prossimo 9 dicembre). Nato a Bari, prima attaccante poi tecnico, è morto nel pomeriggio di ieri, a causa di un malore, negli spogliatoi del campo sportivo di Pomarico, in provincia di Matera, prima della partita di Eccellenza lucana Pomarico - Real Senise, che non è stata disputata. Chimenti, che era allenatore della squadra giovanile locale, è stato soccorso dagli operatori del 118, che hanno a lungo tentato di rianimarlo, ma senza successo. Ha giocato in A, B e C con Pistoiese, Catanzaro, Palermo, Taranto, Salernitana e Lecco. 77 le sue presenze nella massima serie, condite da 13 reti, 9 delle quali segnate proprio con la maglia arancione nella stagione 198081 (25 le gare giocate su un totale di 30: era la mitica "A" a 16 squadre).
Di corporatura tozza, ma agile, divenne popolare per aver utilizzato spesso un particolare modo di alzarsi e portare avanti il pallone, definito "bicicletta". Le sue annate migliori, probabilmente, sono state quelle giocate con la casacca rosanero del Palermo: 29 i gol complessivi in due stagioni, con un sesto e un settimo posto in cadetteria e la sconfitta nella finale di Coppa Italia 1978-1979, quando con un suo gol al primo minuto di gioco il Palermo passò in vantaggio contro la Juventus bonipertiana, allenata da Trapattoni. In quell’incontro, rimasto nella memoria collettiva, fu costretto a uscire durante l’intervallo a causa di un infortunio a un ginocchio procuratogli da Cabrini. Nonostante la retrocessione della formazione arancione all’ultimo posto della classifica, lasciò un bel ricordo in città.
Fromboliere, sapeva far divertire il pubblico. E ne diventò un’icola. Di lui restano nella mente il gol della bandiera realizzato alla Juventus in un Comunale di Pistoia gremito come mai, i suoi proverbiali baffi e le scommesse che faceva puntualmente coi compagni di squadra prima di ogni seduta di allenamento. Visto con gli occhi di chi scrive, stimolato quasi provocato dai compagni, riusciva a segnare dalla bandierina del "Turchi" tutte le volte che entrava sul rettangolo da gioco per prepararsi. Gli sia lieve la terra.
Gianluca Barni