
La Giustizia si sta lentamente rimettendo in moto dopo i tre mesi di quasi totale chiusura dovuti all’emergenza sanitaria per il covid. Mesi in cui, come i lettori ricorderanno, le indagini hanno subito un forte rallentamento per l’impossibilità di svolgere in sicurezza alcune attività, e i processi che si sono svolti sono stati prevalentemente quelli che rivestivano carattere di urgenza, alcuni in videoconferenza.
Siamo ben lontani ancora dai calendari con cui il tribunale stava garantendo un ritmo molto sostenuto delle udienze grazie a un organico dei giudici al completo. Ogni mattina, in ogni aula, c’era un’udienza, e alcuni fra i processi più corposi si stavano avvicinando alla conclusione. Ora non è più così e i rinvii già effettuati rimandano al tardo autunno e all’inverno.
Bene si percepisce, anche a Pistoia, l’amarezza dell’Avvocatura per questa difficile fase dove tutto quello che era agevole, e semplice, come svolgere alcune pratiche in una mattinata correndo da un ufficio all’altro, in questo momento non è possibile.
Intanto però facciamo il punto con il presidente del Tribunale di Pistoia, Maurizio Barbarisi.
"La ripresa – ci ha detto ieri – è leggermente più accelerata rispetto al 12 maggio. Stiamo procedendo a una rimodulazione che va di pari passo all’evoluzione del contagio che, per fortuna, da quello che apprendiamo, sta andando bene. Lo schema non era comunque rigoroso e stiamo aumentando il numero delle udienze civili e penali e anche il numero del personale al lavoro negli uffici, perchè si sta riducendo la modalità in smart working, (il lavoro da casa).
"Ma noi dobbiamo comunque attendere la fine dell’emergenza, che è stabilita al 31 luglio. Piano piano recupereremo la normalità e il tempo perduto. Per fortuna – osserva il presidente – la stasi non è stata lunga e questo ci consente di adottare le contromisure".
Sul fronte sicurezza?
"L’attenzione sulla sicurezza non è mai calata e tuttora non si abbassa la guardia: con l’uso delle mascherine e dei termoscanner. Siamo consapevoli ormai che siamo davanti a un virus insidioso e con grande cautela, e con grande attenzione, stiamo ricominciando a programmare".
Gli avvocati stanno affrontando un periodo difficile. Come andare loro incontro?
"Gli avvocati hanno interesse e voglia di riprendere l’attività professionale, ma fino a che ci sono le misure di cautela in corso non si può riprendere la normalità. Abbiamo a cuore la salute del personale e degli avvocati. Ci sentiamo spesso con il presidente dell’Ordine. Non vi è alcuna rigidità e ci sono modifiche al volo dello stato dei lavori. Il servizio non è al cento per cento e non può esserlo, altrimenti ci sarebbe la responsabilità di aver sacrificato la salute. E non sarebbe la scelta migliore".
lucia agati