REDAZIONE PISTOIA

Adescava adolescenti, quarantenne condannato a sei anni

Giochi di paura e abusi sessuali alle Ville Sbertoli di Lucia Agati

Ville Sbertoli. (Foto Castellani)

Pistoia, 10 ottobre 2014 -  ADESCAVA adolescenti presentandosi come attore e convincendoli di avere poteri soprannaturali. E dopo averli condotti in case abbandonate dove si svolgevano «giochi di paura», li aiutava a diventare «più grandi» approfittandosi sessualmente di loro. Ragazzi fra i quattordici e i sedici anni che hanno trovato il coraggio di raccontare alla polizia quello che avevano subito e consentire così gli investigatori di inchiodarlo alle sue responsabilità. Fino al processo, che si è concluso proprio in questi giorni. E con l’accusa di atti sessuali su minori (articolo 609 quater del Codice Penale) un pistoiese quarantenne nullafacente (B.F.) è stato condannato a sei anni di reclusione, con rito abbreviato.

La sentenza è stata pronunciata nella mattinata di mercoledì dal giudice per le udienze preliminari, pubblico ministero il sostituto procuratore Giuseppe Grieco che aveva diretto le indagini sulla scioccante vicenda, svolte dalla sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato presso la Procura. Indagini delicatissime, che avevano preso il via da una serie di informative che in più episodi, e riferite a più località, avevano segnalato la presenza di ragazzini intorno all’uomo. In un caso erano stati visti in una specie di capanna lungo l’Ombrone e nel parco del Villone Puccini, ma il luogo principale in cui i «giochi» e i successivi «massaggi» per «diventare dei veri uomini» si svolgevano, erano soprattutto le Ville Sbertoli, sulle colline di Collegigliato, sede ormai abbandonata e in disuso dell’ex ospedale psichiatrico di Pistoia e dove l’imputato, secondo l’accusa, avrebbe avuto vasti spazi e gioco facile nel suggestionare le menti dei giovanissimi con i suoi «superpoteri». I poliziotti della sezione hanno cominciato a lavorare sulle informative ricevute a partire dal febbraio di quest’anno. Un’indagine mai trapelata, che si è svolta nel riserbo più assoluto.

C o s ì  h a n n o s c o p e r t o che l’imputato, che faceva credere ai ragazzini di essere un attore, si presentava loro con il nome di un cartone animato, un noto «manga» giapponese della fine degli anni Settanta. DOPOaverli adescati li conduceva alle Ville Sbertoli dove allestiva la sua messinscena e li convinceva di avere una «forza disumana ». Messinscene che terminavano con l’assoggettamento dei ragazzini ad atti sessuali, risultato del suo raggiro psicologico nei loro confronti. Nel corso delle indagini i ragazzi sono stati tutti sentiti dagli inquirenti, e tutti con l’assistenza di una psicologa. Hanno confermato quanto accadeva nel silenzio e nell’abbandono delle «Ville» e i loro genitori, contemporaneamente, hanno appreso con disperazione quello che era avvenuto ai loro figli. Il quarantenne venne arrestato dalla polizia nella prima fase delle indagini, a marzo, e fu posto agli arresti domiciliari. Al termine di tutti gli accertamenti la Procura chiese il rinvio a giudizio. Il giudice ha poi accolto la richiesta del rito alternativo abbreviato che consente la riduzione di un terzo della pena. Accogliendo quindi la prospettazione dell’accusa, sostenuta in aula dal pm Grieco, il giudice ha condannato l’imputato a sei anni di reclusione. Nessuno dei ragazzi si era costituito parte civile.

lucia agati