
PERILLI 6,5. Splendido, splendente: con una smanacciata sulla punizione di Calo fa rimanere del tutto linda la sua porta. Non era mai successo fino ad oggi: prendiamoci gusto.
BELLI 6,5. "Nomen omen", nel nome il proprio destino. Belli, ma più che altro concreti: i suoi minuti assumono sostanza lievitando come il panettone. Ripassare il prossimo Natale. (BIRINDELLI Sv.)
CARACCIOLO 7. Più che Antonio, Marcoantonio: imponente quando la butta sul fisico. Della partita Diaw – mica uno che scherza – ricordiamo solo le ripetute proteste. Quando è così meglio girare al largo.
BENEDETTI 6,5. A suon di spallate accumula punti nel raccoglitore per riscuotere una sufficienza multi-strato che suona come una piccola rivincita.
LISI 6. "Ciccio esci!", "Ciccio torna!", "Ciccio forte!": D’Angelo e Gemmi lo chiamano più volte del barbiere Figaro. Ne esce talvolta un po’ confuso. Per carità, è adorabile nel suo impegno però quando l’ossigeno non arriva più ai polmoni la precisione va a farsi benedire.
MAZZITELLI 7. Le sette fatiche di Luca: si spalma in lungo e in largo per racchiudere distanze chilometriche in campo. Sradica a Vogliacco il pallone che vale il gol. Da mezzala piace e tanto.
MARIN 6. Paga pegno con i cartellini e finisce in zona rossa. E dire che fino a quel momento aveva tenuto alta la mascherina tenendo lontano i guai friulani.
GUCHER 6,5. La Marcia di Radetzky, come quella che si suona a Capodanno. Il direttore di orchestra austriaco dosa con parsimonia l’intero repertorio alternato sprazzi di classe ad altrettanta legna caricata sulle spalle. Quando suona lui, il Pisa canta. Un caso?
VIDO 6. Lascia negli occhi una scia luminosa che, col passare del tempo, finisce per tramontare. Offre sempre la rassicurante sensazione di essere determinante: stavolta lo è un pochino meno (SIEGA 6 Elmetto e moschetto e giù a spalare in trincea).
PALOMBI 7. Spara a vuoto il primo colpo, poi trova un altro proiettile nel tamburo e colpisce al petto la sagoma del Pordenone.
(MARCONI 6. L’anno scorso fu la partita di Batman: stavolta sale in bici negli ultimi metri e si mette al servizio come un gregario di lusso. Serve anche quello).
SIBILLI 7,5. Giuseppe dalle uova d’oro. Cavallo di razza: monta sul ring per la prima volta in Cadetteria dal primo minuto e maltratta tutti. (MERONI 6. Non sembrava neppure iscritto alla gara: poi invece sbuca quando c’è bisogno affrettando i tempi del recupero e offrendo sicurezze).
D’ANGELO 7. Scelte coraggiose e premianti. Il Pisa si è ritrovato perché mai il suo condottiero ha perso l’equilibrio: neppure nei momenti più neri. E’ la sua vittoria (dell’anno) più bella.
Saverio Bargagna