"Il Cammino di Ferro", la fiction medievale toscana nata con il crowdfunding

La presentazione del quarto episodio della serie

Un momento de "Il Cammino di Ferro"

Un momento de "Il Cammino di Ferro"

Pisa, 8 maggio 2019 - Ha avuto coraggio, Aron Chiti. E tanta determinazione. Per pensare, per mettere in piedi, per realizzare una serie televisiva di ambientazione medievale, praticamente senza finanziamenti pubblici, senza produttori. Affidandosi alle sue risorse, al crowdfunding, e immagino all’entusiasmo degli attori che hanno partecipato al progetto.

Lo ha chiamato “Il cammino di ferro”. Giovedì 9 maggio, a Pisa, al cinema Arsenale, si vedrà in anteprima il quarto episodio della serie.

Ha avuto coraggio, Aron Chiti, nome biblico – Aronne, il fratello di Mosè – e cognome intriso di Toscana. E ci sono tutte e due, la Toscana e le profondità del tempo, nella sua sfida, nel suo grande progetto. Il suo progetto è quello di una grande serie televisiva ambientata nel Medioevo, lungo la via Francigena. Dove si incrociano storie violente e storie buffe, commedia e dramma.

Ha avuto coraggio, Aron, e determinazione, per pensarla, questa cosa. Per metterla in piedi. Per girarla, probabilmente con la difficoltà di mettere insieme i momenti liberi per gli attori e per la troupe. Per finanziarla, senza produttori né soldi pubblici, affidandosi anche al crowdfunding – che è la versione moderna, tecnologica della colletta di chi ti sostiene, e crede nel tuo progetto.

E alla fine, ce l’ha fatta. La serie andrà in onda su Sky. L'episodio, il quarto, si chiama “Cattivi maestri”. L'ambientazione è in un bosco, il Medioevo è nei costumi, nelle spade, nei coltelli, per quanto possibile anche nel linguaggio.

C’è una donna, confusa e spaventata, e attorno a lei soldati, religiosi, penitenti: ognuno può rappresentare una salvezza o una minaccia. Ma invece di abbracciare i toni solenni, effettati di una serie come “Il trono di spade”, il lavoro di Chiti cerca i toni della commedia umana, con momenti crudi e altri ironici.

Sembra di sentire, in alcuni tratti, il respiro di Mario Monicelli e della sua “Armata Brancaleone”; in altri momenti, lo smarrimento dentro la foresta dei personaggi di un film di Werner Herzog, “Aguirre, furore di Dio”. Sembra di vedere anche l’ombra di altri registi toscani, che si sono confrontati con il passato: Paolo Benvenuti – rigoroso regista pisano, che raccontò la strega Gostanza da Libbiano dandole il volto di Lucia Poli – e i fratelli Taviani, che nel loro ultimo film insieme portarono Boccaccio sullo schermo.

Ambientato nel XIV secolo, in un’epoca in cui misticismo e credenze permeano – condizionandole - vite ed eventi, Cattivi Maestri ci conduce nel tragicomico viaggio di una ragazza tra figure torve e ciarlatani dall’abile parlantina, tocca il tema del banditismo e delle credenze popolari mettendo a nudo in modo dissacrante quanti - ritenuti maestri - si rivelano con drammatica ironia per quello che in realtà sono.

Frutto di un progetto che ha tenuto insieme oltre 200 persone per tre anni e mezzo, è il capitolo conclusivo della prima miniserie de Il Cammino di Ferro. Le riprese aeree esaltano la bellezza dei monti pisani, veri protagonisti (strappando immagini mozzafiato precedenti al terribile incendio del 2018), tra le rovine di antichi borghi abbandonati riportati a nuova vita da appassionati e professionisti prestatisi a titolo gratuito per il buon esito del progetto.

Cast: Serena Rebua, Antonio Calandrino, Mario Diodati, Claudio Marmugi, Alessandro Scolavino, Marco Buti.