
Andrea Samoni (Cattive Compagnie)
Cascina (Pisa). 17 agosto 2021 - Tutto ruota attorno la musica. Dai Led Zeppelin, il primo amore, fino alle Cattive Compagnie, la band che quest'estate ha debuttato con inedito e album. Andrea Samoni, cascinese, ha la chitarra elettrica nel sangue. Ci sarà anche lui il 28 agosto sul palco del Giardino Scotto per il concerto della rassegna Pisa Plays (biglietti già in vendita su ciaotickets e al Teatro Nuovo, acquistabili anche la sera stessa del concerto).
Come ha scoperto la musica?
“Erano gli anni Ottanta, devo ammettere che la scintilla – come per molti miei coetanei - è scattata grazie ai programmi tv di quel periodo, uno in particolare condotto da Maurizio Seimandi sui canali della Fininvest! Poi avevo due cugine più grandi, entrambe appassionate di musica pop dell'epoca. Sono state la mia 'scuola' tanto che alle scuole medie ero già un appassionato di musica hard e heavy”.
E' così che è nata la passione per i Led Zeppelin?
“Sì, proprio grazie a tutte le riviste che leggevo continuamente . Quando nelle interviste alle band del momento tutte rammentavano i Led come influenza principale, la curiosità mi ha spinto ad ascoltarli. E da lì è nato un amore che non è mai finito. La mia passione mi ha spinto non solo a studiarli musicalmente e a celebrarli con la mia Tribute band, 'Blow my Zeppelin', ma anche a diventare un attento collezionista della band britannica della quale ho diversi cimeli. I Led hanno sempre privilegiato il mercato dei 33 giri e snobbato i 45 quindi trovarli è veramente dura! Diciamo che io ne ho parecchi... Non solo: custodisco gelosamente il 33 giri di 'Led Zeppelin 4', il loro grande classico (il disco che contiene Stairway to heaven) pubblicato qualche anno fa a tiratura limitatissima in colore viola. Anche 'Led Zeppelin 3' con la copertina provvisoria e una miriade di altre cose, album, autografati, libri introvabili...”.
Poi è arrivata l'avventura delle Cattive Compagnie. Cosa ha portato di suo nella band?
“Sicuramente il mio modo di suonare rock. Ho cercato di trattare le canzoni scritte da Luca Erriquenz come se le avessi scritte io di prima mano. In questo modo sono riuscito a imprimere ancora di più il mio stile nel disco. Pensando ai live non volevo trovarmi a suonare qualcosa di cui non ero convinto oppure non mi rappresentasse”.
E' la passione per la musica che la guida?
“E' così ormai da tantissimi anni. Ho un lavoro che mi permette di farlo e che mi sono scelto proprio perchè mi lasciasse il tempo di suonare. Se ho avuto un idea chiara nella vita è stata proprio quella di non essere schiavo del lavoro in modo da non togliere tempo ed energie alla musica. Faccio il rappresentante da oltre 20 anni, occupazione che mi ha sempre permesso di districarmi abbastanza facilmente tra lavoro e musica. Di questa scelta sono orgoglioso”.
Francesca Bianchi