Voto fuori sede "Passo avanti democratico"

La nostra inchiesta tra gli studenti universitari, dopo il via libera del governo in vista delle europee

Voto fuori sede "Passo avanti democratico"

Voto fuori sede "Passo avanti democratico"

"Un passo in avanti verso una democrazia più inclusiva". Gli studenti, pochi giorni dopo la scadenza dei termini per presentare la domanda di ammissione al voto fuori sede, si mostrano soddisfatti della misura approvata dal governo che consentirà loro, in via sperimentale, di votare alle prossime elezioni europee dell’8-9 giugno senza essere costretti a tornare nel proprio comune di residenza. Negli ultimi anni più volte la questione era stata sottoposta all’attenzione della classe politica e, dopo tanta attesa e mancate occasioni, è finalmente arrivata una svolta. "Penso che sia un traguardo fondamentale", dice Lorenzo Zaffina, originario di Lamezia Terme e iscritto alla facoltà di fisica dell’Università di Pisa. "Sono molto felice di vedere che, almeno su questo fronte – continua -, ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Il fatto che sia stata introdotta questa possibilità per le europee dimostra che, quando si vuole fare qualcosa di buono, i mezzi ci sono. Per questo mi auguro che questa misura possa diventare permanente e, soprattutto, che venga estesa anche alle altre tornate elettorali".

Secondo Lorenzo, tra i giovani "c’è una grande volontà di partecipazione, soprattutto in questo momento storico caratterizzato dall’avanzata di nazionalismi e populismi. Abbiamo voglia di farci sentire per difendere la nostra idea di Europa". In passato, le difficoltà economiche o logistiche legate agli spostamenti verso il proprio comune di origine avevano scoraggiato molti studenti fuori sede dal recarsi alle urne, con la conseguenza di alimentare la disaffezione alla politica di una categoria che non si sentiva minimamente presa in considerazione.

"Le europee si svolgeranno proprio nel periodo della sessione – spiega Pietro Mauriello, originario di Treviso e iscritto alla facoltà di scienze politiche della Scuola Superiore Sant’Anna - quindi tornare a casa mi avrebbe causato dei disagi". Pietro e tanti altri che, come lui, non appartengono alla circoscrizione elettorale dell’Italia centrale dovranno votare a Firenze "ma questo - continua - non rappresenta un grosso problema. Speriamo che l’affluenza alle urne dei fuori sede sia alta, così da dare una risposta concreta e far sentire la nostra voce". "E’ sicuramente una vittoria per la democrazia - dice convinta Giulia Orlando, proveniente dal Friuli-Venezia Giulia e iscritta alla facoltà di medicina -, tanti studenti si sentiranno più incentivati a recarsi alle urne. In generale, penso che questa misura, se approvata in via definitiva, contribuirà a rendere i giovani più partecipi della vita politica".

Stefania Tavella