Violenza sulle donne: un racconto pisano

L’autrice Francesca Padula finalista al premio "Nella morsa di un abbraccio"

Scarpette rosse contro la violenza sulle donne (foto di repertorio)

Scarpette rosse contro la violenza sulle donne (foto di repertorio)

Pisa, 30 marzo 2019 - Pisana, mamma e biologa, ma anche autrice, di romanzi, racconti e non soltanto. Francesca Padula, dal 2005, al suo attivo ha cinque libri suoi e partecipazioni in 13 antologie, alcune a scopo benefico. Le sue storie, negli anni, hanno ricevuto diversi riconoscimenti: l’ultimo alla seconda edizione di “Nella morsa di un abbraccio”, concorso organizzato da Montegrappa Edizioni, dove è arrivata finalista. La premiazione si è tenuta a Monterotondo.

Donne e bambini: scrivendo su queste tematiche, cominciò anni fa a farsi conoscere sul web con articoli pubblicati dai vari portali delle donne, quello toscano “Manidistrega” di Margherita Dalle Vacche, quello romano “Donne Ieri Oggi e Domani” di Marta Ajò e quello milanese “Dols Magazine” di Caterina Della Torre.

Ma è la violenza sulle donne uno degli argomenti, che, facile da immaginarsi, le stanno più a cuore, come cittadina, donna e madre.

Il nuovo riconoscimento è arrivato con una sua storia su un femminicidio. Un risultato «vissuto con amarezza… Essere premiata raccontando qualcosa che parla della atroce sofferenza che donne in tutto il mondo, Italia compresa, patiscono continuamente, non può essere una gioia completa».

«Il finale è aperto, nel senso che l’esito iniziale è un drammatico femminicidio, ma lascio la possibilità ad un secondo finale, quello dove l’intervento di una terza persona, un vicino, magari proprio un uomo, scongiurano il peggio». Una via d’uscita? «Io credo che in questa, che è diventata una vera e propria piaga sociale, noi donne da sole, seppure tutte siamo dotate di una forza interiore inesauribile, non possiamo vincere. Se non intervengono uomini “illuminati” che ci sostengono e ci aiutano, è terribile dirlo, ma non ce la possiamo fare. Inoltre, un paese “civile” come vuole essere definito l’Italia, deve fare qualcosa di concreto contro questa atrocità con pene certe».