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Pisa, 21 luglio 2015 - «Nella nostra casa famiglia gli anziani stavano bene. Le porte erano sempre aperte e i loro parenti potevano venire in ogni momento a trovarli». E’ scossa e rammaricata Miana Stanciulescu, la titolare di «Villa Lia e Miana», la residenza per anziani oggetto sabato scorso dell’intervento dei Nas. Durante la perquisizione i carabinieri avrebbero trovato nella casa che si trova nella campagna ai margini del Cep alcuni anziani non autosufficienti ospitati in alcune camere che non avrebbero avuto tutti i requisiti previsti dalla legge e per questo è scattato il sequestro preventivo della struttura. Un provvedimento duro che ora la titolare della casa famiglia commenta con amarezza, certa di aver sempre adempiuto nel migliore dei modi al proprio dovere. «I nostri ospiti – racconta la signora Stanciulescu – da noi stavano bene e avevano tutto quello di cui avevano bisogno. In casa inoltre io avevo solo anziani autosufficienti che non prendevano farmaci particolari. Tutti qui mangiavano autonomamente e quando potevano andavano a fare anche una passeggiata qui nella compagna. Può essere semmai successo – prosegue – che qualcuno si sia sentito male e che poi abbia perso la propria autonomia. Anche per queste cose c’era un medico che passava tutti i giorni, decideva le cure e somministrava i medicinali. Per quanto mi riguarda poi, non ho mai dato dei farmaci a qualcuno dei nostri ospiti». Quello che però sta più a cuore alla titolare di «Villa Lia e Miana» è sottolineare il clima di estrema tranquillità che si respirava nella propria struttura. «Qui non solo gli ospiti stavano bene, ma anche i loro parenti erano davvero contenti – racconta Miana Stanciulescu –. Qui non c’erano orai di visite o qualsivoglia restrizione e i parenti potevano venire a trovare i loro cari quando volevano».
Ora l’intera vicenda della casa famiglia è nelle mani della giustizia e per questo tanto gli ospiti quanto la titolare si sono affidati a degli avvocati: Fabrizia Romoli i primi e Serena Degl’Innocenti la seconda. «Villia Lia e Miana – dicono i due legali – nasceva come una comunità per persone anziane autosufficienti che purtroppo, complice l’età, dopo il loro ingresso hanno perso tale capacità. Nella casa famiglia gli ospiti erano ben curati, accuditi amorevolmente in ogni loro richiesta personale. I familiari e i parenti degli ospiti avevano il libero accesso alla struttura senza che vi fossero orari da rispettare e tutto questo faceva sì che la vita nella struttura avesse una dimensione più familiare. La casa era estremamente pulita ed accogliente e per questo nessuno degli ospiti la avrebbe abbandonato spontaneamente. L’assenza di servizi igienici assititi – proseguono – non implica che non ve ne fossero di dotati di strumenti di aiuto per gli ospiti che venivano accompagnati e assistiti dal personale. Le mura spesse dell’abitazione e la collocazione nel parco di San Rossore, infine, rendevano la casa comunque fresca nonostante l’assenza di aria condizionata».