
Gli ospedalieri lanciano la campagna di denuncia: "Oltre 2 milioni da tutta la Toscana per smaltirle: che fine fanno questi soldi?"
"Le aziende sanitarie toscane trattano gli accordi sindacali come fossero carta straccia e non fanno sapere come utilizzano soldi utili allo smaltimento delle liste d’attesa. O cambiano atteggiamento o le portiamo in tribunale". Non usa mezzi termini il segretario regionale di Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri italiano, nell’annunciare il "D-Day". L’associazione ha infatti lanciato una campagna nazionale di denuncia contro le Aziende sanitarie dopo aver accertato "molteplici violazioni su tutto il territorio nazionale". Dalla rilevazione del sindacato emerge come una cinquantina di Asl "risultino inadempienti nell’applicare gli strumenti legislativi e contrattuali per garantire le migliori condizioni di lavoro possibili ai dirigenti medici e sanitari".
Una serie di diffide a tappeto e conseguenti denunce che non hanno risparmiato neanche la Asl Nord Ovest (Atno) e l’Azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup), accusate di non rispondere - o farlo parzialmente - sulla destinazione di somme che potrebbero contribuire a smaltire le liste d’attesa e garantire la formazione dei professionisti migliorando dunque i servizi. "Quando si fa la libera professione in intramoenia - spiega Gerardo Anastasio, segretario regionale Anaao - è previsto che il paziente paghi un extra sul costo della prestazione del 5%. Questa somma viene destinata per legge solo a iniziative per ridurre le liste d’attesa: si parla di oltre 2 milioni di euro in tutta la Toscana (di cui 1 milione tra Atno e Aoup). Abbiamo chiesto tre volte all’Asl Nord Ovest cosa fanno con questo 5%, ma non hanno mai risposto fino a giovedì, correndo tardivamente ai ripari. Non è ammissibile omettere tali informazioni per così tanto tempo".
Anastasio sottolinea come questi 2 milioni di euro "possono essere sommati ai 18 milioni che la Regione ha stanziato per il recupero delle liste di attesa e finanziare il ‘progetto Clessidra’: iniziativa regionale per smaltire le attese nella sanità pubblica. Sarebbero un grande aiuto". Ma le "mancanze" delle aziende sanitarie pisane secondo il sindacato dei medici ospedalieri non si fermano qui. "La Atno - aggiunge il segretario - non ha risposto sulla quantificazione e sull’utilizzo che è stato fatto dell’1% del monte salari destinato per legge alla formazione del personale. Aoup invece, l’ha stimato intorno ai 300mila euro: calcolo che non ci convince perché prende a riferimento un dato che risale a più di vent’anni fa e che per legge dovrebbe essere aggiornato". Problemi che, secondo Anastasio, incidono significativamente sulla possibilità di garantire il miglioramento dei servizi. "Ormai le aziende sanitarie tagliano più che possono sulla formazione, riducendo al minimo sindacale quella obbligatoria. Se teniamo i professionisti senza formazione e aggiornamento peggioriamo la qualità dei servizi offerti ai cittadini".
Mario Ferrari