
Il video rimbalza di cellulare in cellulare, tramite social in pochissimo tempo. Come spesso accade tra i giovanissimi con una foto, un gioco o, appunto, un breve girato. Una diffusione veloce e non prevista. In questo caso, è un filmato fatto in un’aula di un istituto superiore cittadino, ormai, diversi anni fa. Si vede un docente di spalle, intento a scrivere alla lavagna per meglio spiegare la sua lezione. Ma, accanto, ci sono anche immagini porno che vengono proiettate da qualche studente della classe. Qualcuno riprende tutto: sia il prof girato che prosegue con la didattica e, a pochi centimetri da lui, i fotogrammi osé. Solo che poi questo breve ‘resoconto’ non resta sul telefonino dell’autore ma viene inviato a un amico e da qui parte la catena che, in breve tempo, raggiunge gran parte della scuola con le chat di classe e arriva fino agli insegnanti. Il protagonista, a sua insaputa, del filmato si riconosce e chiede spiegazioni. Parla con il dirigente scolastico e scatta la denuncia. Nei guai, alla fine, resta chi ha conservato quel cortometraggio considerato diffamatorio. In particolare, vengono individuati due ora ex studenti ventenni. I giovani vengono rinviati a giudizio dal giudice per le indagini preliminari e si arriva così al processo. Nell’ultima udienza, che si era tenuta a luglio, era stato concesso un rinvio a ottobre per arrivare a un accordo tra le parti. E, in effetti, martedì c’è stata l’offerta risarcitoria.
I due ex alunni hanno scritto una lettera al prof scusandosi e hanno ripetuto le scuse in aula. L’insegnante si era costituito parte civile sostenendo di essere stato danneggiato dal fatto che fosse stato girato il video e che fosse stato diffuso all’interno della scuola. La vicenda si è conclusa con un rito alternativo: un’offerta riparatoria su cui il pubblico ministero onorario Massimiliano Costabile ha dato parere favorevole e ritenuta dal giudice Maria Grazia Grieco congrua. Il processo si è dunque chiuso con un non luogo a procedere. La parte offesa si è riservata di proseguire in sede civile la richiesta.
I due ex studenti sono stati seguiti dagli avvocati del foro pisano Ottavio Bonaccorsi e Francesco ed Enrico Virgone. La difesa ha sottolineato come si sia trattato di uno scherzo che ha avuto poi conseguenze inaspettate e, inoltre, che i due, precari, pentiti, abbiano cercato un lavoro proprio per indennizzare l’insegnante.
An. Cas.