
Uno dei blitz delle forze dell'ordine
Pisa, 28 gennaio 2017 - Tre interventi delle forze dell’ordine in una manciata di giorni. Ma i vicini assicurano che d’estate gli episodi sono quotidiani. Una situazione che i residenti di via Liguria (dietro Media World) sopportano da anni: in passato, hanno presentato anche due esposti. «Martedì un tentativo di accoltellamento – racconta uno dei residenti nel condominio ‘dove succede un po’ di tutto’ – mercoledì le gazzelle dei carabinieri e giovedì una lite finita alle mani sedata dalle volanti della polizia». «Ieri sera ho sentito le urla», spiega un altro coinquilino del palazzone, uno di quelli con tanti appartamenti che si affacciano sulla strada. Ma in pochi, hanno avuto il coraggio di affacciarsi. Qualcuno, esasperato, lo ha fatto girando un video.
«Il problema, però, non è l’episodio in sé, ma la routine, fatta di droga che gira nei cortili e di un via vai sospetto. Un giorno è volato un tavolino dalla finestra». Qualcuno parla anche di prostituzione. «Fatto è che in quello stabile ufficialmente risultano in pochi, ma, poi, saranno almeno una quarantina che gravitano nelle case affittate tutte a brasiliani». «Per carità, persone carine quando le incontri, che salutano anche con cortesia e affetto», ci tiene a dire un’altra donna. «La sera – aggiunge un’altra – è il momento più difficile, quando cala il buio e uscire di casa fa paura».
Movimento c’è anche alle 13, quando andiamo proprio in via Liguria, fra i marciapiedi impraticabili, i furti (le finestre del primo piano sono quasi tutte sprangate), «i rifiuti gettati dove capita» e un senso di vuoto. «Ci sentiamo davvero abbandonati, qui», ci confida un uomo. Eppure, siamo a pochi passi dalla città.
A qualche metro dal bel complesso recuperato dei Frati Bigi. «Sbagliato è fare in modo che un intero palazzo sia abitato quasi esclusivamente da transessuali, così si creano ghetti e, per forza, confusione, anche quando c’erano soltanto studenti non facevamo vita». «Controlli – si sfoga un altro – ecco che cosa ci vorrebbe». Suoniamo i campanelli, qualcuno risponde ma si chiude dentro. Altri neppure si avvicinano al citofono, in attesa di una nuova notte.