
di Ilenia Pistolesi
L’Anello di San Martino è una grande finestra che offre un occhio sul mondo: è fra i maggiori simboli dell’arte contemporanea, suggello di un’identità per Volterra, macro segno divenuto un’installazione-culto e luogo di pellegrinaggio laico per gli appassionati e per i viaggiatori. Un’icona artistica e popolarissima violata nei giorni scorsi, imbrattata da qualche mano anonima armata di pennarello nero che ha marcato a fuoco uno spicchio in basso della scultura monumentale del maestro Mauro Staccioli alla curva di San Martino. "This is not a photo opportunity", che vale a dire parafrasando "Questa non è una foto opportuna" (un messaggio che sembra rivolto ai tantissimi curiosi che si immortalano sui social insieme alla scultura) è la scritta vergata in nero apparsa all’Anello rosso ossido, cifra distintiva dell’arte di Staccioli, che incornicia il paesaggio attorno a Volterra. La scoperta è arrivata ieri mattina, scovata dagli occhi del professor Sergio Borghesi, amico di una vita del maestro, custode del patrimonio lasciato da uno dei padri dell’arte contemporanea e anima dell’associazione ‘FotoImmagine’.
"Avevamo portato a termine, quest’anno, grazie anche ad una convenzione stipulata con il Comune, lavori di restauro dell’Anello. Non ci sono grandi parole per commentare quello che è, di fatto, un atto vandalico – racconta lo stesso professor Borghesi – l’opera andrà in toto ripulita e riverniciata".
La scritta in nero che sfregia il monumento dell’artista di origini volterrane Staccioli (scomparso, ricordiamo, nel gennaio 2018) manda su tutte le furie il sindaco Giacomo Santi. "L’atto è intollerabile – non ci gira intorno il primo cittadino – l’Anello di San Martino è un patrimonio di cultura, memorie e ricordi che appartiene a tutti. Quella scritta è uno schiaffo al mondo dell’arte e ad uno dei monumenti-simbolo della nostra città. Non può esserci un briciolo di tolleranza nei confronti di un atto vandalico ad un’opera d’arte". L’assessore alle culture Dario Danti, intanto, inizia già a tracciare un primo contorno per i lavori di ripulitura della scultura.
"Dovremo trovare una modalità più veloce rispetto alla convenzione in atto con l’associazione ’FotoImmagine’ per conservare e valorizzare il lascito artistico di Staccioli – tiene a sottolineare Danti – l’Anello di San Martino è la nostra ‘Piramide di Louvre’ e indubbiamente ci metteremo al lavoro per trovare le risorse, nel breve termine, per il restauro necessario a coprire la scritta, nell’ambito della convenzione che abbiamo siglato prima della scorsa estate con l’associazione per la manutenzione dei capolavori di Staccioli disseminati sul territorio".