Università di Pisa, viaggio nel “cervellone” informatico che fa invidia a Elon Musk

Il Cto Maurizio Davini illustra le caratteristiche della mega-infrastruttura informatica inaugurata a San Piero a Grado. "Uno solo di questi hardware può costare da 350 a 500mila euro"

Pisa, 17 aprile 2024 – “Supercomputer contesi con Elon Musk". A dirlo, scherzando, ma non troppo è il direttore tecnico del Green Data Center inaugurato ieri mattina a San Piero a Grado, Maurizio Davini. Ma cos’è che rende questa struttura così unica oltre a essere la più grande d’Italia. Lo spiega Maurizio Davini che ieri a margine dell’inaugurazione racconta La Nazione questo gioiello tecnologico.

Direttore, davvero alcuni di questi server li avete contesi con il fondatore di Tesla?

"In parte, o meglio: ci siamo contesi l’acquisto dei nuovissimi Invidia Dgx h100 con i grandi provider cloud internazionali. Certo nel nostro piccolo, l’Università di Pisa ne ha acquistati due, la compagnia di Elon Musk ha fatto ordini per migliaia. Ma possiamo dire con certezza che i primi di questa nuova tipologia di hardware li abbiamo presi noi, già un anno fa".

Cosa rende questi supercomputer così eccezionali, da aver fatto impennare la capitalizzazione di mercato dell’azienda Invidia ben oltre i 2 trilioni di dollari?

"Sono macchine costruite ad hoc per accelerare il calcolo dell’Intelligenza Artificiale, investire in questo tipo di sistemi è fondamentale. Ma che consumano 15 kilowatt Rec, l’equivalente di tre appartamenti.

Quanto costano?

"Dipende, uno solo di questi hardware può costare dai 350mila ai 500 mila euro".

Ma nel concreto a cosa serviranno?

"Sarà una potenza di calcolo a disposizione della ricerca scientifica dell’Università di Pisa, che già può contare su circa 700 nodi per un totale di circa 30K cores di calcolo e più di 100 GPU di varie generazioni. Ma il potenziamento del Data Center di ateneo avrà ricadute positive anche sul territorio. Il tutto con forte attenzione per la sostenibilità ambientale".

Infatti, lo avete chiamato Green?

"L’obiettivo principale del progetto è stato quello di integrare nuovi elementi tecnologici senza snaturare il progetto originale, pensato per avere l’impatto ambientale minore possibile. Grazie a nuove soluzioni adottate il Green Data Center è in grado di supportare infrastrutture di High-performance computing (HPC) e di Intelligenza Artificiale di ultima generazione per i prossimi anni, limitando i consumi energetici. Posso fare un esempio".

Quale?

"In Italia in media per un data center di questo tipo si impiega tra il 50 e 60% di elettricità per il raffreddamento. Mentre con il nostro Green Data Center siamo riusciti a scendere al 15% ".