
Una mostra sul Ventennio a Pisa. Perché no? Una città che si candida capitale della cultura e che da anni non organizza mostre di respiro. Se non fosse per quelle di istituzioni private, come Palazzo Blu e Opera della Primaziale, o di varie associazioni, si pensi alla Società Storica Pisana, le iniziative promosse dalle amministrazioni comunali degli anni recenti non hanno lasciato alcun segno. Eppure di stimoli ne sono arrivati e non mancano gli strumenti per concretizzarli, in una città come Pisa la cui popolazione conta un numero significativo di docenti e ricercatori in cultura. Arriva ora una ‘non nuova’ richiesta al Comune, da parte di uno storico dell’arte noto in città, stimato professore di storia dell’arte, autore di numerosi libri sull’arte di Pisa e provincia e autore di mostre, fra le quali quelle che Palazzo Blu dedica alla storia di Pisa. Stefano Renzoni, che è fra gli animatori del gruppo di successo su facebook, L’immagine di Pisa, chiede all’amministrazione comunale di valutare l’idea di far realizzare una mostra sul Ventennio a Pisa. "Ci sono state mostre sull’epoca medicea, lorenese, sull’Unità e sulla Prima Guerra – scrive -. Incredibilmente Pisa non ha ancora visto una mostra sul Ventennio. La cautela non è più sufficiente per giustificare quella che è solo una diserzione storica, il rifiuto di confrontarsi con un passato recente, ma ormai storicizzabile". Il professore continua: "Pisa, nel Ventennio, fu percorsa da personaggi straordinari: Bottai che insegnava a Pisa, Gentile, Buffarini Guidi. Ci sarebbe anche da indagare l’arte che fu comunque interessante, specie nelle Sindacali". "Viviani, Carlini, Pizzanelli sarebbero finalmente visti in una prospettiva storica complessiva e non solo monografica. E poi, i soggiorni del Re e l’orrore infinito delle Leggi Razziali, l’edilizia popolare ricchissima di episodi, gli sventramenti e le distruzioni, lo sviluppo industriale, i dibattiti sull’arte e sulla cultura". Insommachiede lo storico dell’arte, che aveva proposto l’idea alla precedente e all’attuale amministrazione, "Che aspettiamo?". E precisa: "Dovrebbe trattarsi di una mostra non fatta da e per i nostalgici, ma con criteri scientifici, obiettivi, perché l’unico contravveleno alle nostalgie di parte è l’obiettività della scienza. A Pisa abbiamo istituti universitari di eccellenza assoluta. La maturità di una classe dirigente si misura anche dalla capacità di saper rileggere la propria storia e le proprie origini".