Un antico bagno ebraico emerge in via Cavalca

Il professor Giovanni Ranieri Fascetti, storico dell’urbanistica e archeologo "Una bella scoperta: in Italia ci sono soltanto due o tre sinagoghe con mikveh".

Un antico bagno ebraico emerge in via Cavalca

Un antico bagno ebraico emerge in via Cavalca

Nel sito della sala sotterranea della Casa dell’Ebreo di Pisa in via Domenico Cavalca è stato rinvenuto ciò che si ritiene essere un mikveh, un antico bagno ebraico usato nei riti di purificazione. Una scoperta fatta grazie al flusso di acqua che ha invaso la sala. L’acqua, che inizialmente si riteneva provenire dalla rottura di un tubo dell’acquedotto, è invece sorgiva: una delle caratteristiche dei mikveh. "Conoscendo l’architettura ebraica e sacra, mi sento di affermare con buona probabilità che quello è un bagno ebraico – spiega il professor Giovanni Ranieri Fascetti, Storico dell’Urbanistica, Archeologo, esperto di gestione del Patrimonio e presidente del Gruppo Culturale Ippolito Rosellini – ed è probabile che gli ambienti attigui siano quelli della sinagoga, attiva fino al Quattrocento. Per Pisa è davvero una bella scoperta: in Italia ci sono soltanto due o tre sinagoghe con mikveh, e soltanto in quelli del sito di Ortigia scorre l’acqua sorgiva. Quello di Pisa potrebbe essere il secondo".

Una scoperta che ha anche una componente strategica dal punto di vista turistico. "Si trova in un’area centrale di Pisa – afferma il professor Fascetti – e un ambiente presentabile come il bagno ebraico significa creare un polo di attrazione turistica, oltre alla rilevanza di certi luoghi in vista delle giornate ebraiche come punto di ritrovo, visita o incontri culturali. Andrebbe sollecitata l’apertura al pubblico il prima possibile. Inoltre, uno scavo archeologico potrebbe dimostrare se ci sono ancora le vasche di immersione, eventualità che io ritengo molto probabile. Sarebbe spettacolare. Il bagno ebraico di Ortigia porta qualche migliaio di visitatori".

Una scoperta che riaccende i riflettori sull’archeologia nella città e la sua valorizzazione. "In questi ultimi mesi si sono massacrate delle stratigrafie archeologiche – spiega il professor Fascetti – nella zona di via Bianchi e via Santo Stefano, lavori archeologici di primaria importanza con necropoli etrusche, romane e villanoviane, senza osservare ciò che veniva fuori. Non ci sono più casi archeologici importanti a Pisa da quando io bloccavo i cantieri e, interloquendo con gli ispettori, venivano portate avanti campagne di scavi come quella che ha portato alla creazione del Museo delle Navi Antiche. Pisa è uno scrigno di tesori incredibili, che vanno dal villanoviano in poi e l’archeologia può dare veramente un grande aiuto allo sviluppo del turismo e dell’economia locale".

Mario Ferrari