Uccisi dal virus a pochi giorni di distanza. "Nemmeno una carezza per babbo e mamma"

Lo strazio della figlia, a casa in isolamento, per la morte di Lorenzo Volpi e della moglie Fernanda, entrambi di 78 anni, uccisi dal virus

Coronavirus, lo zero di Pisa e provincia

Coronavirus, lo zero di Pisa e provincia

Pisa, 5 aprile 2020 -  In tre settimane o poco più il virus li ha inghiottiti entrambi. E la figlia non ha potuto neppure dare conforto ai sui genitori uccisi dal Covid-19. Lei, Laura Volpi, è stata la prima ad ammalarsi i primi di marzo ed è tuttora in isolamento a casa. Poi il virus ha attaccato anche i genitori. Ora Laura ha scelto di raccontare la storia di questa famiglia a La Nazione, " il giornale – dice – che babbo ha letto per tutta la vita". "Mi sono sentita male – racconta Laura – il primo marzo, dopo avere assistito la sera prima allo spettacolo di Massimo Ranieri al teatro Verdi: ho accusato sintomi influenzali, con febbre alta e tosse, ma non so se mi sono contagiata lì o altrove, so solo che i medici mi hanno detto che ci sono stati altri casi positivi di persone che quella sera erano a teatro, ma certezze non ce ne sono".  

Pochi giorni dopo, il virus travolge anche i suoi genitori: Lorenzo Volpi e Fernanda Giometti, 78 anni entrambi, ed ex suoceri del sindaco Michele Conti, che molti anni fa sposò, e poi rimase vedovo, l’altra figlia degli anziani coniugi. "Michele è come un fratello per me –dice Laura – e mi è stato molto vicino in questi giorni durissimi. Babbo è sempre stato un uomo di sinistra, ma sapeva guardare oltre e valutare le persone al di là della loro appartenenza politica".

Questa è l’unica concessione al ruolo pubblico di chi in questa vicenda ha invece solo un coinvolgimento privatissimo che va rispettato. "Io sono sua figlia – riprende Laura – e quindi sono di parte. Ma a San Biagio babbo lo conoscevano tutti. Per 40 anni è stato presidente del circolo Arci del quartiere ed è stato un punto di riferimento per tutti. Lo era ancora nonostante fosse in pensione da tempo: aveva un orto e in tanti andavano da lui anche solo per un semplice consiglio. Come mia madre, a lungo cuoca del punto vendita Autogrill del centro commerciale di Pisanova. Era amata da tutte le colleghe e non solo da loro. La vedevano come una mamma. Ecco, i miei genitori hanno saputo trasmettermi che cosa vuole dire essere comunità. Lo hanno fatto per tutta la vita, fino alla fine: questo periodo tragico deve insegnarcelo a tutti: da soli non ci bastiamo, ma se siamo comunità allora siamo più forti". Già, perché quando il morbo li ha attaccati, si sono dati manforte l’uno con l’altra: "Entrambi avevano altre patologie pregresse – conclude Laura Volpi – e quando hanno iniziato a star male, il 10 marzo, sono stati ricoverati insieme nella stessa stanza. Poi babbo ha cominciato a peggiorare, ad avere difficoltà respiratorie, ed è stato intubato e trasferito in rianimazione dove si è spento ieri. Mamma è rimasta in reparto, ma è peggiorata anche lei e il 20 marzo scorso è morta. Babbo non l’ha neppure saputo e io non potuto stare vicina a nessuno dei due. Nell’ultima telefonata con mamma, qualche giorno prima che la intubassero, è stata lei, come ogni mamma, a chiedere di essere rassicurata sul mio stato di salute e a raccomandarmi prudenza. Stava male, respirava a fatica, ma si preoccupava per me e per babbo". Martedì prossimo Lorenzo Volpi sarà tumulato (a cura dell e onoranze funebri Stalin Poli, che è stato anche sponsor anni fa della squadra collegata al circolo Arci) nel cimitero cittadino ("’Dalla terra sono venuto e là voglio tornare’ ci aveva sempre detto", ricorda Laura), mentre la signora Giometti sarà cremata solo dopo che la figlia sarà uscita dall’isolamento e potrà recarsi personalmente a ritirare le ceneri della madre al forno crematorio.

Gabriele Masiero