
Tra un mese cala il sipario sull’esposizione evento dedicata al grande pittore e incisore giapponese e non sono previste proroghe. Ne parliamo con il presidente della Fondazione Cosimo Bracci Torsi.
Un altro successo di Palazzo Blu. Si avvia a superare i 70mila visitatori in questo fine settimane, mentre la proiezione finale parla di oltre i 90mila, italiani e stranieri, tra cui moltissimi giovani: la mostra "Hokusai" punta al podio delle esposizioni più apprezzate tra quelle proposte dallo scrigno di arte e cultura con vista sul Lungarno di Pisa. Un risultato ben superiore alle aspettative che testimonia come questa mostra – unica nel suo genere in un percorso espositivo di oltre oltre 200 opere, tra cui capolavori mai esposti prima – abbia ben intercettato l’onda di rinnovato e diffuso interesse per il Paese del Sol Levante. Ne parliamo con il presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi.
Presidente, intanto che consiglio darebbe a chi non ha ancora visitato "Hokusai"? "Di affrettarsi. Manca solo un mese: il 23 febbraio finisce e difficilmente potrà essere prorogata, proprio per la natura delle opere esposte. Quelle su carta hanno un limite temporale di esposizione più breve. Consiglio a chi verrà di sfruttare orari ‘morti’ come la pausa pranzo. Sono opere che devono essere gustate, da vicino, fin nei minimi dettagli".
Abbiamo visto file alla biglietteria anche nei giorni delle feste. Famiglie, scolaresche, molti giovani. Perché secondo lei piace così tanto Hokusai? "C’è grande curiosità per questo Paese, la sua arte, la sua cultura, l’Expo del 2025 sarà a Osaka. è una ripresa di interesse che si inquadra nella seconda ondata di Giapponismo, iniziata nel secondo dopoguerra con l’invasione di auto, macchine fotografiche, dell’elettronica, ma anche della sua arte popolare veicolata attraverso i manga e i cartoon. Questa mostra ‘parla’ a più fasce di pubblico, e sì, attira i giovani".
Ci sono anche opere mai esposte prima... "Abbiamo oltre 200 opere di Katsushita Hokusai e di alcuni dei supii più originali allievi. Provengono in parte dal Museo d’Arte Orientale di Venezia, dal Museo d’Arte Edoardo Chiossone, da numerose collezioni private. Rossella Menegazzo, docente di Storia dell’Arte orientale a Milano e responsabile della sezione cultura del Padiglione Italia ad Osaka, ha costruito il racconto espositivo al termine del quale, per completare la visione di ciò che l’opera di Hokusai ha significato nel tempo, c’è una selezione di opere dei più noti artisti contemporanei del pop giapponese e dell’italiano Simone Legno che alla Grande Onda ha dedicato un’opera pittorica fatta appositamente per la mostra".
Per il turista che viene a Pisa, Palazzo Blu è ormai una tappa obbligata. Dopo Piazza dei Miracoli... "Sì. Poi pare che la terza sia il murale di Keith Haring. Ma Pisa sarebe assai di più. Ha enormi potenzialità. Oltre alla Torre, ha l’università, due scuole di alta formazione, un tessuto culturale e commerciale importante. Bisognerebbe sforzarsi di integrarli meglio tra loro. Integrare meglio l’università nella città. Ne trarrebbero vantaggio tutti.
Pensa che il Giubileo possa essere un’occasione per iniziare questo ’cammino’? "Senz’altro. Abbiamo aderito volentieri alle iniziative che ci vedono coinvolti insieme a Comune ed Opera Primaziale. Ci stiamo già lavorando, per un’esposizione a tema sacro su cui non anticipo nulla. Così come stiamo già lavorando al dopo-Hokusai. Intanto, però, rinnovo l’invito a visitare la mostra prima che chiuda".
Presidente, di successo in successo, qual è il vostro segreto? "Abbiamo la fortuna di godere di una certa indipendenza economica e di pensiero. Ci consente di essere liberi da condizionamenti di varia natura".