Troppi cinghiali Il Parco deciso a intervenire

Migration

Giampiero

Sammuri*

Malgrado le difficoltà, connesse alla pianificazione faunistica generale dell’Isola d’Elba ed alle recenti prescrizioni relative alla peste suina africana, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha proseguito le azioni per limitare il negativo impatto dovuto alla presenza di popolazioni di ungulati ormai eccessive e oltremodo dannose nei confronti del contesto ambientale, economico e sociale nell’Isola d’Elba. Un impegno costante, sempre più condiviso e supportato dai Comuni e dall’ampio schieramento di stakeholder locali che chiedono, insieme al Parco, di dichiarare l’isola d’Elba area non vocata al cinghiale.

Diverse le attività svolte nel corso del 2021 per valorizzare i siti della Rete Natura 2000 attraverso l’organizzazione di eventiincontri per attività inerenti alla conoscenza di flora e fauna protetta dalle direttive comunitarie inseriti nell’insieme delle manifestazioni di “Vivere il Parco 2021; la rimozione di pini di Aleppo ormai malati e instabili e la successiva piantumazione di lecci a Pianosa.

Nell’ottobre 2021 l’Ente Parco ha attivato una convenzione con l’Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA) per lo studio genetico di due specie orticole dell’Isola del Giglio ai fini del recupero di queste antiche varietà. Il Pnat, anche in quanto gestore della Riserva della Biosfera Mab Unesco Isole di Toscana, supporta la valorizzazione della ruralità sostenibile e delle produzioni tipiche nel passato. In precedenza, ha condotto diverse indagini in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per il censimento e la caratterizzazione morfologica di antiche cultivar locali, sia frutticole che orticole.

*Presidente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano