"Tiroide sorvegliata speciale in gravidanza"

Oggi la "Giornata mondiale" dedicata a questa importante ghiandola. Il professor Bogazzi: "Così il monitoraggio e gli esami da fare"

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Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Tiroide. Uno degli aspetti più indagati e sui quali gli specialisti puntano i riflettori, soprattutto in termini di prevenzione. è quello del rapporto tra iodio, ormoni tiroidei e gravidanza. Ne parliamo con il profesor Fausto Bogazzi, associato di endocrinologia al Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa.

"La tiroide – spiega lo studioso – è una ghiandola a forma di farfalla posizionata nel collo. La tiroide produce degli ormoni, gli ormoni tiroidei, T4 e T3, che attraverso il sangue arrivano in tutto il corpo. Gli ormoni tiroidei regolano il consumo di energia dell’organismo e permettono a tutti gli organi, incluso il cervello e il cuore di lavorare in maniera regolare".

Come produce gli ormoni T4 e T3 la tiroide?

"La tiroide produce gli ormoni utilizzando lo iodio; il nostro organismo non è in grado di produrre iodio, per cui, questo elemento deve essere assunto con la dieta di cui è parte integrante. Alcuni alimenti contengono un contenuto maggiore di altri (ad esempio, ricchi di iodio sono il latte e i derivati del latte, le uova, il pesce, lo yogurt, la soia, alcuni complessi multivitaminici). Se lo iodio è insufficiente può verificarsi un aumento di volume della tiroide (gozzo) che, nel corso degli anni può diventare di notevoli dimensioni e con noduli e, talora, richiedere l’intervento chirurgico. Quando la mancanza di iodio è molto grave, la tiroide non riesce a produrre una quantità adeguata di ormoni (ipotiroidismo)".

Lo iodio è l’elemento strategico dunque.

"Nel corso degli ultimi 80 anni è stato fatto un notevole sforzo per eliminare la carenza di iodio nel mondo ed infatti questo è stato ed è uno dei principali obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’uso del sale iodato ha rappresentato ed ancora rappresenta il mezzo principale per contrastare la carenza di iodio nel mondo".

Quali i fattori da considerare in gravidanza?

"Durante la gravidanza, la tiroide della mamma deve produrre gli ormoni tiroidei anche per il bambino almeno fino al terzo mese, quando inizia la produzione autonoma da parte del bambino. Tuttavia, il bambino continua a dipendere dalla mamma per quanto riguarda lo iodio, che è un elemento essenziale per la formazione degli ormoni tiroidei e che deriva esclusivamente dall’alimentazione della mamma. In corso di gravidanza, l’Oms raccomanda di assumere 250 microgrammi di iodio al giorno invece dei consueti 150 microgrammi che rappresentano il regolare fabbisogno quotidiano".

Quali sono le cause più frequenti di ipotiroidismo in gravidanza?

"La causa più comune è la tiroidite cronica autoimmune o tiroidite di Hashimoto. L’ipotiroidismo può manifestarsi in gravidanza come esordio della tiroidite cronica autoimmune, oppure come la conseguenza di un’inadeguata terapia di una malattia della tiroide già nota. Circa il 2.5% delle donne in gravidanza hanno un lieve ipotiroidismo e 0.4% un ipotiroidismo più grave".

Quali sono i rischi dell’ipotiroidismo per la madre?

"L’ipotiroidismo non curato o non adeguatamente curato può essere responsabile di aborto spontaneo; è stato, inoltre, associato a dolori muscolari, anomalie della placenta, emorragia post-partum, anemia, e alterazioni del cuore. Questi effetti sono più frequenti se l’ipotiroidismo è grave".

Quali sono i rischi dell’ipotiroidismo della madre nel bambino?

"L’ipotiroidismo grave della madre può avere conseguenze negative soprattutto sullo sviluppo del cervello del bambino; recenti studi hanno rilevato che lievi alterazioni cerebrali si possono riscontrare anche nei bambini nati da madre con ipotiroidismo lieve".

Cosa bisogna fare in gravidanza?

"E’ raccomandato che le donne in gravidanza, soprattutto se hanno una malattia della tiroide, controllino quanto prima gli indici di funzione tiroidea. In queste donne sarebbe auspicabile un controllo della funzione tiroidea quando viene deciso di pianificare la gravidanza dato che si rende necessario aumentare la terapia sostitutiva dell’ipotiroidismo nella maggior parte di loro. Se l’ipotiroidismo viene riscontrato per la prima volta durante la gravidanza deve essere subito curato con l’ormone della tiroide (Levo-Tiroxina)".

Come deve essere curata una donna con ipotiroidismo in gravidanza?

"Idealmente le donne che desiderano una gravidanza dovrebbero regolare la dose della terapia sostitutiva prima del concepimento, in modo da anticipare la maggior richiesta di ormoni tiroidei da parte del bambino. La dose sostitutiva con ormone della tiroide richiede spesso un aumento che va dal 25% al 50% della dose assunta prima della gravidanza. La terapia con Levo-Tiroxina non solo non è pericolosa in gravidanza ma assolutamente necessaria e favorevole sia per la madre che per il bambino".

Quali controlli devono essere fatti durante la gravidanza?

"In linea generale, gli indici di funzione tiroidea (FT4, FT3 e TSH) dovrebbe essere misurati ogni quattro settimane, con l’obiettivo di assicurare una normale funzione tiroidea alla mamma e al bambino. Dopo il parto la madre può tornare ad assumere la terapia regolare che assumeva prima della gravidanza; è, tuttavia, opportuno che la funzione tiroidea sia ricontrollata due mesi dopo il parto".

Quali sono le raccomandazioni finali?

"Tutta la popolazione dovrebbe assumere una quantità giornaliera adeguata di iodio che serve alla regolare funzione della tiroide. Questo può avvenire facilmente con l’utilizzo del sale iodato al posto del comune sale da cucina. Tutte le donne in gravidanza devono aumentare l’apporto di iodio in modo da garantire una regolare funzione anche della tiroide del bambino. Se hanno una malattia della tiroide o se assumono la terapia sostitutiva con Levo-Tiroxina dovrebbero informare il proprio medico del desiderio di gravidanza. Se la gravidanza non è programmata devono subito misurare gli indici di funzione della tiroide con un prelievo di sangue per FT4, FT3 e TSH e informare il proprio medico".

R.P.