
Taxi in sciopero: "No aumento delle licenze"
Anche a Pisa ieri si sono verificati disagi e una giornata complessa dal punto di vista dei trasporti, con una lunga fila di taxi fermi davanti alla stazione centrale in occasione dello sciopero indetto in tutta Italia da Uritaxi, Unica Cgil, Fit Cisl Taxi, Uiltrasporti, Sitafi e Ugl Taxi. Oggetto della protesta è il riassetto del trasporto pubblico non di linea previsto dai decreti attuativi recentemente presentati dal ministero dei Trasporti, con particolare riferimento alle disposizioni che dovranno regolamentare le piattaforme digitali di intermediazione. Ad allarmare la categoria sono soprattutto i tentativi di interferenza da parte delle multinazionali, che minacciano di destrutturare le cooperative. Al centro della protesta c’è "l’uberizzazione" del servizio: "Le multinazionali - spiega il tassista Nicola Colombini di Unica Taxi Cgil - non sono titolari di licenza, le cooperative non fissano i prezzi, ma offrono un servizio alla cittadinanza a proprie spese. I prezzi sono stabiliti dal Comune di Pisa e, quindi, per estensione dagli stessi cittadini. Se si rompe questo meccanismo, a fare il bello e cattivo tempo saranno le multinazionali". Nel mirino anche l’annuncio del sindaco di Pisa, Michele Conti, di voler aumentare le licenze fino a 100 per sopperire ai disagi dei viaggiatori durante i periodi di alta stagione. "Andrebbero realmente verificate le mancanze che si registrano solo due mesi e mezzo l’anno, mentre d’inverno stiamo fermi ore ad aspettare qualche cliente" afferma Colombini. "Noi sopperiamo - continua - a un servizio di trasporto pubblico pressoché assente o troppo costoso, come il Pisa Mover che costa più del taxi". Proprio a partire da questi punti, a Pisa, i tassisti chiamano alla realizzazione di un comitato di monitoraggio per valutare le "effettive inefficienze del servizio".