
QUESTURA Il materiale sequestrato nei due appartamenti e un momento della conferenza stampa del dottor Fabrizio Valerio Nocita
Accorciare la filiera produce un minor costo e quindi un maggior guadagno. Lo sapevano anche cinque senegalesi - fra i 20 e i 45 anni - denunciati a piede libero per il reato di fabbricazione di prodotti con marchi contraffatti e ricettazione a conclusione di un’importante operazione condotta, dopo una lunga attività di osservazione nelle zone turistiche cittadine, dalla Polizia, in particolare dagli uomini della Squadra Volante, diretti dal commissario capo Fabrizio Valerio Nocita. Operazione che ha portato anche al sequestro di oltre 500 articoli, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 30.000 euro. L’attenzione degli investigatori si era concentrata su alcuni senegalesi, dediti in punti strategici della città alla vendita di articoli - principalmente borse- di dubbia autenticità. Sono iniziati, così, i primi riscontri investigativi e le identificazioni dei soggetti coinvolti. A quel punto, il pubblico ministero titolare delle indagini, Giampaolo Melchionna, ha disposto che si procedesse a perquisire le abitazioni degli indagati. All’alba di lunedì è scattato il blitz della Polizia: gli uomini della Squadra Volante hanno fatto irruzione in due abitazioni di piazza Caduti di El Alamein e di via Umbria. ALL’INTERNO dei due appartamenti, i poliziotti si sono trovati di fronte a un vero e proprio “atelier del tarocco”: centinaia e centinaia di articoli tra cui, jeans, camicie giubbotti, occhiali, scarpe, portafogli e, soprattutto, borse; tutti rigorosamente contraffatti. Gucci, Armani, Prada, Fred Perry, Michael Kors, Louis Vuitton, Peuterey, Colmar e tante altre. Complessivamente, sono state sequestrate circa 250 borse, 100 giubbotti, 20 paia di scarpe e 200 tra camicie, jeans, maglioni e portafogli. All’interno delle abitazioni, gli investigatori hanno avuto conferma di un sospetto già maturato nel corso delle indagini. Infatti, in entrambi gli appartamenti sono state rinvenute e sequestrate anche due macchine marchiatrici a caldo con ancora inseriti i timbri falsi delle griffe, di un valore oscillante tra i 500 e i 2.000 euro. Una, addirittura, all’atto della perquisizione era ancora accesa e aveva smesso di funzionare da poco. Sono state sequestrate, anche, numerose borse prive di marchio che si trovavano accanto alle macchine punzonatrici, pronte ad essere griffate.
Questo rinvenimento dimostra il “salto di qualità” che, alcuni cittadini stranieri dediti alla vendita di merce contraffatta, hanno fatto nel corso degli anni. Se, in passato, tali soggetti attingevano dal mercato partenopeo e da quello cinese, leader nel settore del falso, i prodotti poi destinati alla vendita, adesso, alcuni tra questi, acquistano articoli privi di marchio, principalmente borse, per poi aggiungerlo in seguito. Una procedura che, sicuramente, comporta un abbattimento dei costi del contraffattore, comportandone un relativo aumento dei profitti.