Taglio alle politiche abitative

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Mario

Iannella*

Il disegno di legge di bilancio 2023 in approvazione al Senato suscita una forte preoccupazione in merito alle politiche abitative che, di fatto, vengono cancellate dall’agenda del governo. Vengono tagliate del 95% le risorse in tema di disagio abitativo. Questo comporta la soppressione dei fondi ai Comuni per il contributo ad integrazione del pagamento del canone di locazione e per la prevenzione degli sfratti in caso di morosità incolpevole. Dal 1998, quando il centrosinistra ha istituito la misura con la legge 431, il contributo affitto era sempre stato rifinanziato. Il contributo ad integrazione del pagamento dei canoni di locazione e i fondi per la morosità incolpevole hanno costituito gli unici strumenti per garantire il diritto all’abitazione sia delle fasce più fragili che delle cosiddette fasce grigie. Il ministro competente, Salvini, il segretario del partito del sindaco Conti, ha ritenuto che il sostegno e la tutela del diritto all’abitazione di milioni di cittadini non fosse una priorità. Con l’azzeramento dei fondi previsti per la componente del reddito di cittadinanza destinata al contributo per l’affitto e con restringimento della platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, che al netto dei suoi limiti è l’unica forma contrasto alla povertà in Italia, rischiano di far ricadere nell’indigenza centinaia di nuclei della nostra comunità, lasciando i Comuni sprovvisti di mezzi adeguati per fronteggiare gli sfratti e l’emergenza abitativa, una piaga sociale che aumenta di giorno in giorno. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istat sulla povertà, in Italia ci sono oltre 900 mila famiglie in affitto in condizione di povertà assoluta e su queste pendono circa 150 mila sfratti esecutivi, di cui il 90% per morosità. Non intendiamo assistere in silenzio a questa deriva sociale che lascia in balia di sé stessa la fascia più fragile della popolazione.

* coordinatore provinciale di Pisa della mozione Bonaccini