Sulla Festa dell’Unità al via incombe il caso-Ceccanti

Il braccio di ferro con Fratoianni e il paventato siluramento del costituzionalista fanno infuriare l’area riformista e una fetta di base dem: la telenovela continua

di Gabriele Masiero

PISA

Un braccio di ferro tra Fratoianni e il Pd. Potrebbe essere riassunta così la partita a scacchi, non ancora finita, che si sta giocando sul tavolo del leader dem Enrico Letta, per non rischiare una rivolta elettorale soprattutto a Pisa. Il paventato siluramento del costituzionalista Stefano Ceccanti (posizionato al quarto posto del listino proporzionale della Camera e di fatto ineleggibile), deputato uscente di area riformista, non solo ha fatto infuriare la sua corrente ma non è piaciuto neppure a molte altre anime del partito e del suo elettorato di riferimento. Al punto che il cellulare di Letta è stato letteralmente inondato di telefonate e sms (non tutti all’insegna del bon ton) di militanti e dirigenti pisani pronti a minacciare di far saltare anche la fragile ritrovata unità in vista dell’altrettanto complicata partita per designare un candidato all’altezza della sfida con il sindaco Michele Conti, nella prossima primavera quando si voterà per il Comune.

In questi giorni il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha mantenuto un filo diretto con il leader, forte di un patto sancito nei mesi scorsi che aveva portato anche alla pacificazione pisana, per sventare uno sbilanciamento a sinistra del partito che rischia di far naufragare i fragili equilibri interni appena ritrovati. Anche il segretario provinciale, Oreste Sabatino, avrebbe fatto forti pressioni sul Nazareno per cercare altre soluzioni: dirottare Fratoianni altrove e destinare il seggio pisano dell’uninominale della Camera, inizialmente assegnato alla coalizione e proprio al leader di Sinistra Italiana, a Ceccanti. Ieri mattina la soluzione favorevole al costituzionalista pareva a un passo, ma nel pomeriggio le resistenze a sinistra hanno rimesso in discussione quello che pareva ormai un accordo fatto. Morale: Ceccanti resta in attesa e la soluzione ancora non c’è. Intanto, però, nel silenzio dei dirigenti dem locali, esce allo scoperto l’assessora regionale, Alessandra Nardini, che in un lungo post sulla sua pagina Facebook osserva: "Dovremmo preoccuparci un po’ di più, tutti, di parlare del programma, delle nostre priorità, delle proposte con cui ci presentiamo ai cittadini italiani proponendoci come una valida e radicale alternativa a Meloni, Salvini e Berlusconi. Alla destra peggiore. Avrei preferito un campo più largo (e non parlo di Italia Viva, e nemmeno troppo di Calenda), ma non ci sono state le condizioni. Sono felice dell’alleanza con Sinistra Italiana e Verdi e che con noi ci siano Emma Bonino e +Europa. La dico così: comunque vada, mi sento più fortunata io a Pisa che i compagni di Bologna". E dopo avere "benedetto" la candidatura di Ylenia Zambito (in posizione eleggibile) al proporzionale del Senato, Nardini conclude: "Le liste non saranno perfette, di sicuro però rispetto al 2018 siamo migliorati". Oggi inizia anche la festa regionale del Pd, inaugurazione a Riglione alle 19.30, chissà che aria tirerà?