Ogni volta ci lascia senza parole. C’è qualcosa di magico, di surreale, di soprannaturale, nella capacità del maestro Adriano Veldorale di trasformare la materia in un’opera d’arte, di far brillare l’acciaio di perenni lame di luce. Dopo il suo capolavoro "Resurrezione", oggi allestito nella chiesa di San Domenico, a Pistoia, e dopo "L’albero della conoscenza" nel parco di Montemurlo, le persone hanno cominciato a riconoscere il suo segno artistico e la cosa più bella, per lui, è che qualcuno dica, senza prima saperlo...."Ma questo è un Veldorale!". Ed è un Veldorale l’opera d’arte fortemente voluta da PharmaNutra, di Roberto e Andrea Lacorte, che fa ricerca farmaceutica e che ha dato vita a "Sucrosoma", una molecola che favorisce l’assorbimento del ferro nell’organismo umano. Ebbene, Adriano Veldorale ha trasformato quella molecola in una scultura da poco in mostra nella sede dell’azienda e che ne è diventata il simbolo. Adriano, come lui stesso ci ha spiegato, è stato contattato dai fratelli Lacorte che avevano ricevuto, attraverso un amico comune, Alessio Pierozzi, di Agliana, una sua opera come regalo di Natale: una barca composta dai triangoli d’acciaio che sono il simbolo dell’opera di Veldorale.
"La PharmaNutra – ci ha spiegato Adriano – è un’azienda nuova. Ha una sede nel cuore di Pisa e dall’ufficio si vede Piazza dei Miracoli. E’ partita da zero e oggi è quotata in borsa. Avevano già pensato a uno spazio destinato a un’opera d’arte e hanno scelto me. Ho realizzato lo spaccato della molecola che rappresenta l’azienda. La molecola racchiude dentro di sè la struttura che veicola il ferro nell’organismo senza danneggiare la mucosa dello stomaco e che si apre al momento giusto. Per creare lo spaccato della molecola – ci spiega Adriano Veldorale – ho realizzato undicicimila triangoli: diecimila piccoli e mille grandi, tutti in acciaio inox. Al centro c’è una sfera in acciaio corten ossidato".
L’opera, ribattezzata "Sucrosoma", è il risultato di tre mesi di lavoro nella casa studio di Adriano, in una traversa di viale Adua, in campagna. Tutti gli undicimila triangoli sono saldati l’uno all’altro. "Prima – ci ha detto ancora l’artista – ho realizzato una semicupola con una armatura in ferro, cemento e gesso. E’ un’impresa, questa, da cui si esce più forti e più consapevoli. Roberto Lacorte si è fidato di me fino alla fine e questo mi ha reso profondamente felice. E’ una tappa importante perchè mi consegna la consapevolezza che questa è la mia vita". Veldorale ha un sogno: "Vorrei collaborare con gli studi architettura. Nel 2018, con lo studio Franceschi e Germani di Pisa, avevo partecipato al concorso per la Cattedrale di Pescia e curato la parte artistica, l’altare, l’ambone il cero e la seduta del vescovo. Il progetto fu finalista. Una grande soddisfazione".
lucia agati