
"Una scelta grave e politicamente irresponsabile, che rischia di compromettere l’intero sistema di welfare locale". È questa l’accusa che arriva...
"Una scelta grave e politicamente irresponsabile, che rischia di compromettere l’intero sistema di welfare locale". È questa l’accusa che arriva da Sinistra Unita – insieme ad Avs, Europa Verde, Possibile, Sinistra Civica Ecologista e Sinistra Italiana – nei confronti del Comune di Pisa, dopo l’uscita ufficializzata a giugno dalla Società della Salute. Nel mirino c’è anche il comportamento del Comune nel corso dell’ultimo anno: dal mancato versamento delle quote dovute fino all’ostruzionismo nell’approvazione del bilancio consortile. "La motivazione formale una perdita di bilancio 2023 di circa 1,6 milioni su un totale di oltre 30 – scrivono -, non giustifica una scelta tanto drastica". "Anziché lavorare a una soluzione condivisa – si legge nella nota congiunta – Pisa ha deciso di procedere in solitaria, rinunciando al ruolo di capofila". Una strada definita "propagandistica". Le forze firmatarie hanno avanzano cinque richieste precise: "il saldo immediato dei debiti pregressi da parte del Comune di Pisa, la tutela occupazionale degli operatori, il proseguimento della gestione associata da parte degli altri comuni sulla base dello studio affidato alla Fondazione Zancan, un ruolo più operativo di Regione e Asl, e il coinvolgimento attivo del terzo settore e delle sigle sindacali".
Ieri in consiglio comunale, i gruppi La Città delle Persone e Sinistra Unita hanno presentato due question time per far chiarezza sulla mancata nomina del dirigente della nuova direzione "Sociale – Disabilità" e sui ritardi nell’attivazione della nuova macrostruttura dell’Ente, prevista per il 15 luglio. "Siamo estremamente preoccupati di questa improvvisazione, come più in generale del vuoto organizzativo del settore che sta accompagnando la transizione verso l’uscita dalla Società della Salute", hanno detto i capigruppo Paolo Martinelli (La città delle persone) e Luigi Sofia (Sinistra Unita). L’uscita dalla Sds è stata definita una "scelta politica affrettata" anche dai consiglieri del Pd di Pisa, Matteo Trapani, Dalia Ramalli e Maria Antonietta Scognamiglio. "Nella completa incertezza – hanno detto i tre dem -, stanno già arrivando da famiglie, associazioni, operatori e utenti denunce di disservizi e, soprattutto, una totale assenza di dialogo da parte dell’amministrazione".
EMDP