REDAZIONE PISA

"Ha sottratto 600mila euro a un magistrato"

A processo una professionista che si era legata sentimentalmente all’uomo. La difesa: "Lui era consapevole e consenziente"

Le indagini sul caso sono state condotte dalla Guardia di Finanza (Foto di repertorio)

Pisa, 1 marzo 2021 -  Al centro del processo ci saranno, si apprende, circa 600mila euro che sarebbero transitati sul conto dell’ex compagna. Il gup Pietro Murano ha rinviato a giudizio per circonvenzione d’incapace e appropriazione indebita – accogliendo la richiesta del pubblico ministero Lydia Pagnini – una professionista 56enne assistita dall’avvocato Stefania Mezzetti, che lavora a Livorno, legata sentimentalmente (a Pisa) per anni a un noto magistrato. Una storia durata anni, quella con il magistrato, il quale sta ora facendo i conti con la perdita della memoria a causa di una malattia. I fatti contestati, invece, che saranno al vaglio del processo risalirebbero a un periodo compreso tra il 2015 e il 2018. Ma è tre anni fa che la moglie dell’uomo e i figli, che vivono altrove, si sarebbero accorti, durante una visita, che le condizioni del parente erano peggiorate. A quel punto hanno fatto delle verifiche anche in banca. Dagli estratti conto si accorsero appunto di uscite per centinaia di migliaia di euro, compresa una parte consistente della liquidazione. Soldi che, viste le condizioni dell’uomo, per i familiari del magistrato sarebbero stati ritirati dalla convivente approfittando della vulnerabilità dell’allora compagno. Da qui denuncia e le indagini.  

Secondo quanto è stato ricostruito fino a ora, la professionista avrebbe approfittato della fragilità del convivente per appropriarsi della grossa somma di denaro tramite una serie di bonifici, aprendo, tra l’altro, un conto cointestato e facendosi destinare una polizza vita. Diversa la versione della donna, che ora deve affrontare il processo. Secondo la sua versione il magistrato, per il quale è stato adesso nominato un curatore speciale, l’avvocato Alberto Marchesi, era consenziente e consapevole mentre adesso, come già emerso durante le udienze dell’incidente probatorio, non sarebbe capace di testimoniare.

Minati dalla malattia, appunto, anche i suoi ricordi. E, sempre secondo la difesa della donna, proprio nel periodo della loro relazione, lui avrebbe continuato anche la sua attività di magistrato portando avanti lavori importanti. E anche sul posto di lavoro nessuno si sarebbe accorto di stranezze o lacune del magistrato che aveva lavorato fino alla pensione mostrandosi ben presente a se stesso. Inoltre, lo stesso personale dell’istituto bancario non avrebbe notato anomalie nel suo comportamento. Quando sono cominciati allora i problemi? E fino a quando c’è stata consapevolezza in lui? Questi sono solo alcuni degli interrogativi ai quali dare risposta. Ma tutta la vicenda verrà messa sotto la lente a trecento sessanta gradi nell’istruttoria dibattimentale per chiarire se la compagna ha approfittato della malattia dell’uomo per appropriarsi dei soldi oppure no. Prima udienza a gennaio 2022 davanti al giudice Eugenia Mirani. Già costituite anche le parti civili. Il magistrato 75enne, attraverso il curatore speciale sarà rappresentato dal legale Rodolfo D’Ascoli, mentre la moglie e i due figli sono tutelati dall’avvocato Stefano Del Corso.