ELEONORA MANCINI
Cronaca

Morto in moto sull’Aurelia, chi era la vittima. Stava tornando da una serata a Viareggio

L’incidente sabato notte a Migliarino. Simone Sbrana era in sella al suo scooter finito contro un’auto

Un'ambulanza e, nel riquadro, la vittima

Pisa, 24 agosto 2020 - Simone Sbrana aveva 44 anni e per tanti che lo conoscevano, a Pisa, era ‘il farmacista’. È morto nella notte fra sabato e domenica sull’Aurelia, all’altezza di Migliarino. Stava tornando a bordo del suo scooterone da una serata a Viareggio.

Il mezzo, hanno raccontato alcuni testimoni ai carabinieri, avrebbe superato la mezzeria e Simone è finito contro un’auto, guidata da un 37enne di Viareggio, ferito e sotto choc. è stato lui il primo a chiamare i soccorsi. Ma Simone era già morto sul colpo.

La dinamica dell’incidente è tutta da chiarire. Chi lo conosceva sa quanto fosse prudente in strada, e l’invasione di corsia nessuno riesce a spiegarsela. Alcuni ragazzi, amici di Simone e che casualmente erano su un’auto come lui di ritorno da Viareggio verso Pisa, raccontano di aver visto lo scooter finire in mezzo alla strada, come per evitare qualche ostacolo sull’asfalto.

Le verifiche sono in corso, tecniche e tossicologiche. Ma nessuna verità sull’incidente potrà restituire alla vita questo giovane brillante uomo. Ieri mattina, appena la notizia si è diffusa in città, moltissime persone hanno manifestato il loro dolore anche sui canali sociali.

Simone era molto attivo e seguito su facebook, e proprio sabato aveva pubblicato il suo ultimo post dalla farmacia nella quale lavorava. Appena laureato, dopo il tirocinio, era stato assunto nelle Farmacie Comunali e da anni lavorava in quella di via Battelli, apprezzato dai clienti per la gentilezza e la sensibilità. E proprio in farmacia, ieri mattina, Simone avrebbe dovuto presentarsi. L’assenza, strana, immotivata, ha messo in allarme i colleghi che lo hanno chiamato diverse volte senza ottenere risposta. Colleghi premurosi, che conoscendo i genitori di Simone, Paolo e Libera, ieri mattina avevano voluto risparmiare loro ansia e preoccupazione e hanno così chiamato quella che per lui era una sorella, Lucia D’Avino.

«Con Simone abbiamo condiviso tutta la vita – racconta Carla D’Avino a La Nazione -. È entrato in casa nostra a 3 anni e con mia sorella Lucia ha fatto scuole e università insieme. Per questo i suoi colleghi hanno chiamato lei anziché i suoi genitori. È stato un pensiero molto delicato e rispettoso».

Paolo e Libera vivono a Coltano da diversi anni, Simone, il loro unico figlio, aveva voluto rimanere nel suo quartiere, San Giusto. Tutti lo ricordano per la sua disponibilità, e anche per le sue «provocazioni che esprimevano una profonda sensibilità».

Colto, aveva fatto il Liceo Classico e ancora coltivava un profondo amore per il latino e per il greco, Simone Sbrana era un appassionato di musica. Amico fraterno del celebre pianista pisano Maurizio Baglini – anche lui sconvolto dalla notizia -, da qualche tempo aveva ripreso a studiare pianoforte.

«Era un ragazzo eccezionale e si impegnava per gli altri – racconta ancora Carla -. Andava all’Hospice come volontario, era impegnato nella campagna contro lo stalking e la violenza sulle donne, e aiutava a fare i compiti i ragazzi della casa famiglia».

Di lui, la Cooperativa Sociale Il Simbolo scrive: «Abbiamo avuto la fortuna di conoscerti e apprezzarti come volontario del Progetto Homeless, tra le fila degli Amici della Strada, poi come volontario nelle nostre comunità di minori. Ti sei sempre fatto apprezzare e voler vene per la tua delicatezza, la tua gentilezza. Ci mancherai Simone Sbrana, ma siamo felici di averti incontrato e di aver condiviso con te il faticoso cammino ‘lungo le strade viaggiate dai deboli’».