MARIO ALBERTO FERRARI
Cronaca

"Salvare la Sds, Pisa dice no". I sindaci dell’area pisana contro Palazzo Gambacorti

I primi cittadini di Cascina, San Giuliano, Calci, Vicopisano, Vecchiano, Fauglia, Orciano e Crespina Lorenzana: "Impone ripercussioni pesanti sui cittadini degli altri comuni soci".

Il sindaco Conti e l’assessore Bonanno

Il sindaco Conti e l’assessore Bonanno

Durante l’ultima assemblea della Sds, Pisa ha votato contro al piano di rientro. Con questa decisione il capoluogo pregiudica una delle ultime possibilità di salvare il Consorzio. I sindaci di Cascina, San Giuliano, Calci, Vicopisano, Vecchiano Fauglia, Orciano e Crespina Lorenzana hanno mandato una lettera per criticare il voto di Pisa nell’assemblea dei soci della Società della Salute, durante la quale l’assessore Giovanna Bonanno - rappresentante del comune capoluogo - si è espressa in modo contrario al piano di rientro nel consorzio. Un gesto che ha costretto anche gli altri sindaci all’astensione per evitare un altro ricorso al Tar.

"Il Comune di Pisa - si legge nella lettera dei sindaci - ha dichiarato di non voler pagare i propri debiti, rimandando le proprie decisioni alle azioni giudiziarie in corso e future. Un comportamento che determina, da mesi, una situazione di stallo nelle deliberazioni dell’assemblea dato che Pisa rappresenta il 30% e che condiziona inevitabilmente il voto assembleare, soprattutto sulle materie socio assistenziali dove la quota di compartecipazione del capoluogo sale al 44%". Nonostate i sindaci abbiano provato a convincere Pisa, "l’assemblea si è conclusa col voto contrario del capoluogo, costringendo gli altri comuni all’astensione per evitare un ulteriore ricorso al Tar. La normativa, infatti, prevede che in caso di perdita il Consorzio deve dotarsi di apposito accordo fra le Amministrazioni Comunali volto a determinare maggiori trasferimenti atti alla copertura delle perdite. La posizione del comune capoluogo ha precluso ogni possibilità di accordo e gli altri comuni avrebbero dovuto coprire anche la quota di debito dovuta dal Comune di Pisa per servizi di cui ha beneficiato ma che si è rifiutato di pagare".

La lettera prosegue dicendo che "la decisione unilaterale di Pisa impone ripercussioni pesanti sulle comunità degli altri comuni soci della Sds Pisana. E non è la prima volta che avviene. Con questo voto il capoluogo pregiudica una delle ultime possibilità di salvare il Consorzio. Nei prossimi giorni - conclude la lettera - saranno valutati i percorsi più appropriati visto il comportamento del Comune di Pisa. In ogni caso si lavorerà per garantire la continuità dei servizi in essere".