CARLO VENTURINI
Cronaca

Riparte lo storico ristorante "A casa mia"

La sfida di Francesco Mezzolla e Federico Benacquista che hanno assunto anche un cameriere fuggito dall’Ucraina: "Cercavo lavoro e ho avuto fortuna"

di Carlo Venturini

Accomodatevi a "Casa mia". Riapre sulla via Calcesana zona Ghezzano-Cnr – inaugurazione domani sera con aperitivo e cena – , quel ristorante chiuso poco prima della pandemia, un ristorante che è stato per anni il punto di riferimento di piatti con ingredienti a chilometro zero. Un ristorante che accoglie come cameriere anche un ragazzo scappato dall’Ucraina. A scommettere sulla nuova attività, nonostante la pandemia che non molla e la guerra alle porte dell’Europa, sono due noti imprenditori cittadini: Francesco Mezzolla e Federico Benacquista.

Il primo ha dalla sua, l’essere un imprenditore multitasking spaziando dall’abbigliamento ai prodotti eno-gatronomici puntando però sempre sulla qualità, l’altro, Benacquista ha una navigata e riconosciuta esperienza nel settore della ristorazione essendo già stato titolare dello storico Caino e poi di Anita. "Stavamo cercando un locale sui lungarni. Un locale intimo, familiare, accogliente ma poi c’è capita questa occasione che è proprio quello che stavamo cercando": dice Mezzolla che assieme a Benaquista ha anche il bar Onyva in Borgo. Sono stati rifatti entrambi i giardini, la cucina e sono state ammodernati gli spazi interni senza togliere l’atmosfera di essere accolti nel salotto di una casa antica. Ma c’è anche un’altra novità. "Se da un lato manterremo alcuni piatti di carne toscani – dice Benacquista –, ci orientiamo decisamente sul pesce che faremo venire tutti i giorni da Viareggio".

Un ristorante di pesce sulla strada che porta ai nostri monti, mancava e ci voleva. In cucina, a dare sapori e sostanza all’idea di Mazzolla e Benacquista, c’è Irene Recce, giovane chef pisana, "nipote" d’arte perché la nonna aveva un ristorante a Livorno. Sicuramente l’influenza labronica porterà un ulteriore elemento di qualità e di sapore nei piatti cucinati da sapienti mani pisane alle prese con la materia prima viareggina. Ma la bella storia dei due soci ed amici che riaprono un locale storico, si incrocia un’altra storia che parla di riscatto, accoglienza e speranza per la pace. In sala infatti, ci sarà Pietro Trufyn, ucraino, a Pisa da poco più di 20 giorni. Trufyn ha 27 anni ed è scappato in macchina dalla sua città natale, Chernivitsi che è una cittadina a 40 km dal confine con la Romania, una città che ha 60mila sfollati. "Là ho ancora mia madre, tre fratelli ed una sorella di tre anni. Sono ospite qui, da amici. Cercavo lavoro e camminavo in strada. Ho visto che c’erano dei lavori qui fuori dal ristorante, un cantiere. Ho chiesto se avevano un lavoro per me ed ho avuto fortuna. Sento la mia famiglia spesso, sono riuscito a mandargli già un pacco. Purtroppo ora è molto rischioso uscire dall’Ucraina. Nella mia città facevo il parrucchiere per donna ma va benissimo anche fare il cameriere. Anzi sono contento, grazie".

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