Reparti Covid, si vede una luce. Ora è occupato un letto su due

Il dottor Sani: "La situazione migliora. Più guarigioni grazie al miglioramento della gestione terapeutica"

Spartaco Sani, responsabile delle Malattie infettive per Asl Toscana nord ovest

Spartaco Sani, responsabile delle Malattie infettive per Asl Toscana nord ovest

Pisa, 22 aprile 2020 - Il 51% di letti Covid-19 occupati (Al "Lotti" di Pontedera la percentuale raggiunge il 54%, con 19 posti letto occupati e 16 liberi) rispetto al totale dei 451 attivati, senza contare i molti altri pronti e quindi attivabili se necessario: questa la situazione a lunedì sera negli ospedali dell’Asl Toscana Nord ovest. E’ il dato, positivo, reso noto ieri dall’Azienda Usl che ha messo in risalto anche il dimezzamento dei ricoverati nelle terapie intensive: "51 pazienti e altri 52 posti liberi, mentre nelle altre aree Covid-19 si registrano 181 letti occupati (52%) e 167 liberi: i pazienti Covid negli ospedali del territorio sono quindi al momento complessivamente 232 e restano 219 letti a disposizione". "E’ un segnale incoraggiante – ha aggiunto l’Asl – che conferma la tendenza delle ultime settimane a un netto calo dei ricoveri legati al Coronavirus.

L’11 aprile i letti occupati erano 294 (il 64%), mentre il 4 aprile i pazienti Covid erano 330 con un’occupazione dei letti del 74%. Continuano, quindi, a ridursi in maniera consistente i ricoveri di persone contagiate e in particolare quelli di pazienti con forme gravi, con la conseguente diminuzione del carico dei malati in terapia intensiva. La minor pressione sugli ospedali è sicuramente legata alle misure di contenimento attuate su tutto il territorio nazionale e quindi al distanziamento sociale e al rispetto delle regole da parte dei cittadini".

Ma anche, secondo l’Asl, anche alle guarigioni ottenute con un "notevole miglioramento della gestione terapeutica dei malati di Covid-19: sono già 18 quelle virali (i cosiddetti ‘negativizzati’) e 419 quelle cliniche, arrivando oggi a un totale di 637 guariti". In particolare, ha osservato Spartaco Sani , responsabile delle malattie infettive per Asl Toscana nord ovest, "hanno funzionato le diverse terapie adottate: i risultati ottenuti somministrando precocemente la clorochina o idrossiclorochina sono buoni e c’è un sostanziale accordo della comunità medico-scientifica sul fatto che questa terapia possa ridurre la carica virale e prevenire la progressione della malattia, ma abbiamo anche rivalutato il cortisone (probabilmente controindicato nella fase viremica iniziale, ma utile quando siamo nella fase citochinica), che nel nostro caso ha funzionato, anche se, sulla sua efficacia, ci sono ancora pareri discordanti".

Infine, l’infettivologo ha evidenziato gli effetti positivi del ruxolitinib "somministrato nei pazienti, con un quadro clinico grave ed elevata possibilità di progressione, che ha la caratteristica di essere un forte inibitore della cascata citochinica: i pazienti trattati sono tutti in buona salute". © RIPRODUZIONE RISERVATA