Ramadan, Nowruz, Pasqua, Pesach. Gli auguri interreligiosi del rettore: "Costruire una comunità inclusiva"

Riccardo Zucchi tivolge il suo messaggio in vista delle prossime importanti festività delle diverse tradizioni: "Importante dare un segno di pace di fronte allo scenario internazionale segnato da gravi conflitti".

"Nella Genesi, nel Deuteronomio, si trova scritto ‘non uccidere’. Aggiungerei senza se e senza ma. Iniziamo dal non uccidere e che cessino le armi nel conflitto israelo-palestinese". Più chiaro di così, non poteva esserlo il rettore di Unipi Riccardo Zucchi che ha pubblicato, domenica, allo scoccare del Ramadan, nella home page del sito di Unipi, i suoi auguri alla comunità islamica. Nella stessa pagina, si ricorda il Nowruz, il Capodanno persiano, e gli auguri si estendono alla Pasqua cristiana ed alla festività di Pesach, la Pasqua ebraica.

Non pensa che con l’elencare le festività religiose venga meno la laicità dell’Ateneo?

"Tutt’altro. Laicità è cosa diversa dal professare l’ateismo. Laicità è innanzitutto il rispetto di tutte le opinioni. Non vedo alcuna forma di conflittualità tra la laicità e il ricordare le ricorrenze più solenni riguardanti le principali religioni monoteiste".

Ma mettere assieme gli auguri per il Ramadan con quelli per la Pasqua ebraica non sarà inopportuno?

"Assolutamente no. Inoltre c’è una concomitanza temporale. Sarebbe stato sbagliato scegliere. Non è sbagliato invece, farlo ad entrambe. E, calendario alla mano, ci sono a distanza di pochi giorni una dall’altra, anche il capodanno persiano e la Pasqua cristiana. Questa iniziativa è un segnale, un incoraggiamento al dialogo e al confronto. Questa è laicità. Anche l’anno scorso, sempre per concomitanza temporale, ho fatto gli auguri per il Ramadan e per il Nowruz". L’anno scorso però non era ancira iniziato uno dei conflitti più tragici nella storia tra palestinesi ed israeliani. Forse la vostra iniziativa può non piacere a tutti.

"Non so se questa iniziativa piaccia a tanti o dispiaccia a molti. Lo dice lei. Mi permetto però di esprimere un personalissimo pensiero ed una considerazione sempre del tutto personale, una considerazione che parte dalla frase ‘non uccidere’".

è uno dei dieci comandamenti. "Non solo. La frase è nella Genesi. La Genesi è nell’antico testamento ma è anche nella Torah. Non uccidere è riconosciuto nell’Islam. Il "non uccidere" attraversa le tre grandi religioni monoteiste. Partiamo dunque da qui. Ed oggi si aggiungerebbe a quel "non uccidere" anche il "non uccidere senza se e senza ma". E’ prioritario che tacciano le armi in Palestina e nei conflitti in corso".

Sarebbe stato tutto più semplice per il Rettore Zucchi vivere "Alla giornata" così recita l’iscrizione incisa sulla facciata del rettorato ma il dialogo lo si costruisce con un orizzonte che va ben al di là della quotidianità. I suoi auguri sono preceduti da questa frase: "Di fronte ad una comunità accademica sempre più plurinazionale e plurireligiosa, rinnovo anche quest’anno gli auguri a coloro che nei prossimi giorni e settimane celebreranno importanti festività".

Carlo Venturini