"Raggirò il convivente magistrato". Chiesti tre anni e 6 mesi per la donna

L’accusa: "Sparite centinaia di migliaia di euro". La difesa: "Lui era consenziente"

"Raggirò il convivente magistrato". Chiesti tre anni e 6 mesi per la donna
"Raggirò il convivente magistrato". Chiesti tre anni e 6 mesi per la donna

Il pubblico ministero ha chiesto 3 anni e 6 mesi, la difesa l’assoluzione. Il caso è quello di centinaia di migliaia di euro che sarebbero spariti e di un conto corrente che sarebbe stato prosciugato in poco. E’ racchiusa qui l’accusa con la quale la sostituta procuratrice Lydia Pagnini aveva ottenuto il rinvio a giudizio di una professionista legata sentimentalmente (a Pisa) per anni a un noto magistrato. I fatti contestati (circonvenzione di incapace e appropriazione indebita) risalirebbero tra il 2015 e il 2018. Poi, quattro anni fa, la moglie dell’uomo e i figli, che vivono ormai altrove, si sarebbero accorti, durante una visita, che le condizioni del parente erano peggiorate. E, facendo delle verifiche, avrebbero constatato, tramite estratti, che il suo conto in banca era stato in pratica azzerato. Dopo la denuncia sono partite le indagini della finanza (nella foto di repertorio). Per l’accusa, la professionista, difesa dall’avvocato Stefania Mezzetti, avrebbe approfittato della fragilità del convivente per appropriarsi di una grossa somma di denaro tramite bonifici e aprendo un conto cointestato e facendosi destinare una polizza vita. Diversa la versione della donna. L’uomo per lei era consenziente e consapevole, mentre adesso, come già emerso durante l’incidente probatorio, non sarebbe capace di testimoniare. La famiglia è tutelata dal penalista Stafano Del Corso e dal collega Rodolfo D’Ascoli. Decisione e sentenza a novembre.

Antonia Casini