
La commissaria straordinaria della Misericordia di Pisa, Sandra Capuzzi, durante un evento pubblico
Sostenere il volontariato. Sotto ogni punto di vista. La commissaria straordinaria della Misericordia di Pisa, Sandra Capuzzi, parla dell’arciconfraternita e di chi ne fa parte, anche in estate.
Quanti sono i volontari?
"In tutto, oltre 200, ma quelli operativi, intorno ai 120".
L’organizzazione dei turni non è semplice quindi.
"Fare il volontario significa mettere a disposizione il proprio tempo: c’è chi può solo nel fine settimana, chi la sera e chi il giorno".
La difficoltà maggiore, ora?
"Avere risorse umane ed economiche. Molti dei volontari rimangono per un certo periodo, magari fra 5 anni non ci sono più. I più giovani cambiano città. Non è facile il turnover e reperire nuove forze".
Un aspetto importante da garantire è la formazione.
"I nostri volontari non sono improvvisati, seguiamo i rigidi protocolli imposti dalla Regione Toscana con i corsi di vario livello, dal base a quello avanzato, ma aggiungiamo anche formazione extra approfondendo alcuni casi e potenziando certi settori".
Per esempio?
"Il prossimo anno sarà importante perché analizzeremo, chiedendo il supporto di associazioni esterne, gli interventi per persone con disabilità. Le disabilità sono tante e l’approccio non può essere sempre lo stesso, serve una formazione specifica. Capita di soccorrere anziani con l’Alzheimer o persone nello spettro dell’autismo. Persone tossicodipendenti o con problemi psichiatrici".
E sulle aggressioni sempre più frequenti ai sanitari?
"Devo dire che non ci sono capitati eventi recenti. In generale, è cambiata la sensibilità: prima c’era un atteggiamento di benemerenza e tolleranza nei confronti dei volontari, ora si pretende troppo da chi svolge un servizio in maniera volontaria".
Un progetto in cantiere?
"È in corso una sperimentazione per un supporto, un gruppo di mutuo aiuto con il coordinamento di psicologi professionisti che possano intercettare casi di burnout (esaurimento da lavoro, stress): i volontari in questo settore sono molto esposti. Ma vogliamo anche evitare che i soccorritori giovani si sentano inadeguati o non supportati. Il confronto è importante. Sono già iniziati i primi test. Nel 2026 sarà tutto più strutturato".
Il volontariato, un valore.
"Decisamente, ma va aiutato. Bisogna crederci e investirci anche culturalmente se vogliamo servizi a costi bassi. Si deve far capire al cittadino che, quando un’ambulanza è ferma, anziché suonare, occorre pazienza. A bordo potrebbe esserci qualcuno che conosciamo".
An. Cas.