
Preoccupazione per il crollo delle piante (Foto Valtriani)
Pisa 1 marzo 2016 - I pini? Inadeguati, anzi anacronistichi per le città moderne. I platani? Troppo delicati di salute. Il patrimonio arboreo del Comune di Pisa, circa 14mila piante, invecchia e porta con sé serie minacce alla sicurezza pubblica. Perché questi giganti dalla chioma maestosa a un certo punto si accasciano al suolo? Lo spiega il professor Rossano Massai, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa, dopo il crollo avvenuto domenica sera nel parco giochi di Sant'Ermete.
Professore, perché gli alberi crollano all’improvviso? «Molto dipende dalle condizioni della loro messa a dimora. Settanta-ottanta anni fa, si usavano criteri di impianto diversi. Nel tempo si sono create situazioni di rischio perché gli alberi spesso sono cresciuti su substrati e volumi di terreno non idonei. Anche piante in apparenza sane non sono esenti da rischi».
Cosa succede? «Nel caso dei pini, che in media hanno un ciclo di vita fra gli 80 e i 120 anni in condizioni ottimali, le interferenze sul loro apparato radicale dagli interventi dell’uomo si sono rivelate pericolose. Mi riferisco alle sollecitazioni dovute alla creazione di sottoservizi come fibra ottica, metanodotti, linee elettriche, o al deposito di materiale inerte per lavori urbanistici che sono andati a intaccare la pianta. Il pino, fra l’altro, ha un apparato radicale inadeguato alle città moderne, perché solleva l’asfalto e il taglio delle radici, quando è possibile farlo, deve seguire determinati criteri, altrimenti la pianta muore e crea pericoli. Questi criteri in passato sono stati ignorati».
Altri esempi? «Molti tigli impiantati 80 anni fa sul viale delle Piagge sugli scivoli di cemento armato degli argini, ora crescono su un volume di terreno molto ridotto. Sono piante pesanti tonnellate che crescono in uno spazio inadeguato. Sarebbe come piantare un albero di Natale in un vaso da gerani. Viene meno qualunque stabilità: il peso della chioma su radici mal ancorate tende a far crollare la pianta. Questo può avvenire non solo in condizioni climatiche avverse».
Il viale delle Piagge è pericoloso? «Recentemente ogni pianta è stata monitorata. L’Università, con Comune e Euroambiente, sta creando una mappa di rischio. Le piante pericolanti vengono subito abbattute».
Quali sono le priorità per l’abbattimento di alberi pericolanti? «La frequentazione delle zone. Per esempio, nel 2015, con l’Università di Pisa abbiamo abbattuto 12 pini, 8 fra lecci, querce e acacie e 4 palme del patrimonio arboreo dell’Ateneo, che conta circa 1.400 alberi. Siamo intervenuti a Ingegneria, Polo Fibonacci, Polo Piagge e ad Agraria, zone ad alta frequentazione di studenti».
La gestione del verde pubblico terrà conto della sicurezza? «Il gruppo creato con Comune ed Euroambiente ha come obiettivo la riqualificazione delle aree a verde tenendo presente anche questa esigenza nella scelta delle specie da impiantare per parchi e giardini pubblici del futuro».