Picchiata, perde un occhio: "Niente rimborso protesi". Lei denuncia, caso risolto

Si è rivolta all’associazione "Nodo d’amore": "Bene ma resta amarezza". L’Asl si scusa: "A noi l’autorizzazione risulta spedita il 12 settembre scorso". .

di Antonia Casini

Il caso è stato risolto. La signora farà l’intervento per sostituire la protesi e inserire quella definitiva. "Ed è l’aspetto che conta di più, resta l’amarezza perché questa donna – racconta Giovanni Gravili, presidente associazione I Nodi d’amore alla quale la donna si è rivolta – dopo essere stata maltrattata dal marito, si è vista negare pure un diritto". La storia l’avevamo racconta sull’edizione di ieri. Alice, nome di fantasia, ha 39 anni, due figli e abita a Cascina. Ha denunciato di aver subito violenza da parte del marito "che l’ha picchiata fino a farle perdere un occhio". Il 5 marzo 2023 "La signora - ricostruisce ancora Gravili – è stata aggredita dal marito dal quale aveva deciso di separarsi a causa dei maltrattamenti e delle vessazioni alle quali era quotidianamente sottoposta". Botte e il ricovero in ospedale. "E’ stata trasportata d’urgenza all’ospedale Cisanello e sottoposta a un intervento chirurgico all’occhio destro. Il 3 agosto è stata nuovamente sottoposta ad intervento chirurgico a Roma. Purtroppo, nonostante l’intervento dei sanitari ad Alice è stato asportato l’occhio". "E’ stata quindi applicata una protesi oculare temporanea con indicazione da parte degli specialisti che entro il 15 settembre, a distanza di 12 giorni dall’intervento di applicazione della protesi, avrebbe dovuto affrontare una nuova operazione per la protesi oculare definitiva, per scongiurare potenziali infezioni". La donna, disoccupata, chiede che le spese siano sostenute dal Servizio sanitario nazionale, allegando la documentazione". Ma riceve "un diniego".

A quel punto contatta l’associazione che scrive ai giornali. Gravili viene messo in contatto da La Nazione con i vertici Asl e il caso viene risolto in poco tempo. "Ci scusiamo con la signora – spiegano dall’Azienda sanitaria locale – che abbiamo sentito. L’autorizzazione ci risulta partita il 12 settembre". Autorizzazione che per posta non è mai arrivata però. "Ringraziamo davvero l’ufficio stampa Asl che si è mosso, e bene, subito, dopo la denuncia, adesso la signora può operarsi - ma l’errore da parte Asl c’è stato e chiediamo che vengano presi provvedimenti verso chi ha sbagliato perché non si ripetano situazioni simili il futuro. Al di là dell’autorizzazione scritta, a voce le era comunque stato detto che non aveva diritto al rimborso".

La storia sul piano della giustizia è ancora aperta. La 39enne "ha subito maltrattamenti reiterati– racconta l’avvocato Emanuela Bellante che la seguirà nella delicata vicenda – Dopo la querela, si sono svolte le indagini veloci dei carabinieri e ci sono stati gli altrettanto celeri provvedimenti di procura e tribunale con la misura del divieto di avvicinamento da parte del marito". Sulla pratica la penalista precisa: "Speriamo che non ci siano conseguenze per la salute della donna che avrebbe dovuto fare l’intervento di sostituzione entro i 12 giorni dalla prima operazione, ci riserviamo su questo punto di intraprendere eventuali azioni".