REDAZIONE PISA

«Abito ai Passi ma a mio figlio sono toccate le Parmeggiani»

La storia di Valentina che ogni giorno fa chilometri per portare i bambini a scuola: «Regolamento da rivedere»

Una veduta dei Passi

Pisa, 18 novembre 2016 - «Il regolamento per l’accesso al nido e alla materna non tiene conto delle reali esigenze delle famiglie, soprattutto di quelle con figli piccolissimi». A parlare è Valentina Schiavone, residente a I Passi. Ha due figli, di 11 mesi e quasi 3 anni, e ogni mattina, prima di andare al lavoro, li porta al nido e alla scuola materna. Niente di strano, fin qui. Tranne che per un aspetto. «Abito a cento metri dal nido ‘I Passi’ e a duecento dalla materna ‘Agazzi’ – afferma –. Alle 8 porto il figlio più grande alle ‘Parmeggiani’ di via Firenze, dov’è stato assegnato. Di lì, mille ostacoli. Il passaggio a livello dei passi dalle 7.30 alle 9.30 circa si chiude più o meno ogni sette-dieci minuti, senza contare il tempo speso tra gli incroci cittadini. Poi torno a casa, porto il figlio più piccolo al nido in cinque minuti e via al lavoro». Viene da chiedersi: perché non è stata ottenuta per entrambi l’assegnazione alle due scuole vicine?

«Ho provato a sollevare la questione e anche a presentare ricorso – sottolinea Valentina –, ma per stilare le graduatorie sono stati seguiti scrupolosamente i Disciplinari, quindi il Comune ha le mani legate. In base ai Disciplinari, per le scuole materne a parità di punteggio ha la priorità il più grande, e mio figlio è nato il 31 dicembre. Vale anche la priorità per chi ha fratelli già iscritti in una scuola del comprensorio, e inoltre c’è un punteggio massimo per chi ha il fratello nella scuola che si trova nello stesso edificio (come sono il nido e la materna dietro a casa mia), ma per ottenere questa priorità e questo punteggio i fratelli devono risultare già iscritti. Ma poiché anche mio figlio minore è nato in dicembre si è potuto iscriverlo al nido solo a settembre dell’anno successivo, e al momento della presentazione delle domande alla materna del maggiore il minore non risultava ancora iscritto. Quindi non abbiamo avuto nessuna priorità e mio figlio maggiore è rimasto fuori dalle Agazzi perché nato per ultimo».

«Da notare che questa regola esclude dall’avere priorità tutte quelle famiglie che pur non avendo iscritti al nido, hanno a carico dei bambini piccolissimi.

Altro punto dolente dei Disciplinari, infatti – prosegue – è la discriminazione nei confronti dei nati a dicembre. Chi nasce in quel mese non può essere iscritto al nido a 3 mesi, come tutti gli altri nati nello stesso anno, ma deve aspettare settembre dell’anno successivo. Ai nidi di Pisa possono godere di un inserimento a metà anno (a gennaio) solo i nati fino al 31 ottobre. I nati a novembre e dicembre devono arrangiarsi con nidi privati o altre soluzioni costose fino almeno all’ottavo mese di età».

«Poiché al nido si può entrare a 3 mesi, ovvero quando termina la maternità obbligatoria e la madre deve rientrare al lavoro, sarebbe più che opportuno che i nati fino al 31 dicembre potessero usufruire del nido almeno dal 31 marzo, visto anche che i nidi chiudono il 30 giugno», aggiunge.

«Il regolamento – conclude – andrebbe rivisto perché se si verificano tali disagi vuol dire che non funziona. A Livorno, ad esempio, il regolamento si poggia su basi differenti e nel mio caso non ci sarebbero stati questi problemi. Il fatto è che la direzione dei Servizi Educativi difende strenuamente il proprio regolamento, nonostante ci siano evidenti lacune che diventano eclatanti se si confrontano con i parametri di altri Comuni. Va poi sottolineata l’assurdità di mobilitare un numero elevatissimo di automobili per il fatto di non prendere in considerazione la raggiungibilità a piedi della scuola, con tutte le ripercussioni sia sul traffico cittadino che sappiamo funzionare già male sia sulla sostenibilità ambientale e l’inquinamento».