ANDREA MARTINO
Cronaca

Ottavo monte ingaggi, secondo posto. La grande gestione della società nerazzurra

Il Pisa ha conquistato la promozione in Serie A grazie all’attento lavoro della proprietà: per ogni punto guadagnato spesi 180mila euro

Un momento della grande festa all’interno dell’Arena con la coppa per la promozione in Serie A (Foto Del Punta/Valtriani)

Un momento della grande festa all’interno dell’Arena con la coppa per la promozione in Serie A (Foto Del Punta/Valtriani)

L’impresa nerazzurra celebrata in lungo e in largo nei giorni scorsi, non è soltanto figlia delle eccezionali prestazioni dei calciatori guidati da Pippo Inzaghi. La promozione in Serie A raggiunta dopo 34 anni è anche il frutto di un lavoro meticoloso condotto dalla dirigenza del club, partito diverse stagioni con l’ingaggio di alcune delle colonne dello spogliatoio attuale. A più riprese abbiamo incensato i contributi di capitan Caracciolo e Marin – le due bandiere con la militanza più lunga in nerazzurro -, ma accanto a loro ci sono anche Nicolas, Calabresi, Canestrelli: tutti "condottieri" di un gruppo granitico che è stato impreziosito con l’aggiunta di elementi che si sono rivelati fondamentali. Molti di questi sono stati messi sotto contratto a cifre decisamente più basse rispetto a colpi da novanta messi a segno dalle concorrenti ma che, a conti fatti, non hanno portato la stessa resa. Secondo il portale specializzato Transfermarkt il Pisa Sporting Club per la stagione appena conclusa spenderà all’incirca 13,7 milioni di euro di ingaggi per i propri calciatori: un dato che pone la società di via Battisti all’ottavo posto in cadetteria, dietro a sei compagini che dall’inizio alla fine del campionato hanno potuto soltanto leggere la targa del bolide pilotato da Superpippo.

In cima a questa graduatoria c’è ovviamente il Sassuolo: il club emiliano per i propri tesserati spende la bellezza di 31,1 milioni di euro, che trasportati al verdetto del campo vengono tradotti in circa 380mila euro per ciascuno degli 82 punti racimolati. Il Pisa per ciascuno dei 76 passi che lo hanno condotto in paradiso invece ha speso "appena" 180.200 euro: meno della metà della prima della classe. In questo divario possiamo scorgere l’oculatezza e la capacità della squadra guidata da Giovanni Corrado e Davide Vaira di scovare i talenti giusti per allestire una corazzata a costi contenuti: ne sono una prova gli investimenti fatti attorno a Samuele Angori – prelevato dall’Empoli ma dopo una sola stagione tra i professionisti, in C a Pontedera -, o per Gabriele Piccinini – fino a due anni fa in C -. Un lavoro ancora più incredibile, in questo senso, è stato fatto dalla Juve Stabia, capace di raggiungere i playoff con il quinto posto conclusivo in campionato spendendo appena 6 milioni in ingaggi. Ciascuno dei 55 punti ottenuti è costato alle "vespe" appena 109mila euro. Prima dei nerazzurri troviamo anche la Carrarese, che ha chiuso il torneo con 45 punti e 6,5 milioni di euro di ingaggi: ciascun punto è costato 151mila euro. Impietoso invece il confronto tra il rendimento del Pisa e quello di altre due corazzate come Palermo e Sampdoria. Per ottenere un risicato ottavo posto i siciliani hanno sborsato la bellezza di 431mila euro a punto; i blucerchiati non hanno evitato la retrocessione diretta nonostante i 449mila euro spesi a punto.

M.A.