"Non provarci sarebbe un peccato"

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"Provaci Pisa". Per ora è solo un sogno, quella lettera magica che proprio nessuno ancora osa pronunciare. "Ma rinunciare ai sogni davvero un peccato: l’obiettivo più importante i nerazzurri lo hanno già messo in cassaforte, ora si può guardare avanti". Parola di Luca Giannini, l’ultimo allenatore ad aver portato il Pisa in serie A nel 1990. Ormai più di trent’anni fa. Ma l’ex tecnico nerazzurro non ci tiene a questo primato: "Anzi, spero che quanto prima al mio nome e a quelli di chi mi ha preceduto, se ne aggiunga un altro: lo merita la città, la tifoseria e la società". Chissà, forse, proprio quello di D’Angelo: "Sarebbe il massimo – dice-: peraltro sono convinto presto lo vedremo in serie A, perché ha tutte le qualità per poterci stare, e sarebbe bellissimo se potesse farlo proprio sulla panchina del Pisa". Un’investitura in piena regola quella dell’ex allenatore nerazzurro nei confronti del tecnico abruzzese: "Ma non c’era certo bisogno che venisse a spiegarlo Giannini che D’Angelo è un tecnico capace, basta guardare le partite e scorrere i numeri - sottolinea-: mancano ancora sei partite alla fine e nel Pisa hanno già segnato in 19, praticamente tutti. Poi chiunque entra dalla panchina, fa sempre la differenza. Significa due cose, fondamentali per un tecnico: capacità di gestione del gruppo e saper scegliere al momento opportuno". Termini di paragone non se ne possono fare. Perché trent’anni fa era un altro calcio e perché quel Pisa era stato costruito per vincere: "C’erano Piovanelli e Incocciati davanti.Dolcetti e Cuoghi, altri due grandi leader di quella squadra. E poi Been, Cristallini e Neri. L’unica scommessa era il sottoscritto: ma per fortuna, mia e del Pisa, Romeo la vinse" sorride Giannini. Eppure un tratto in comune quella squadra e quella di oggi ce l’hanno: "In entrambe i casi dietro c’è una grande società: vi assicuro che è fondamentale". E allora, "Pisa sogna": lo dice anche Giannini. "L’importante è non caricare il gruppo di aspettative eccessive: il loro dovere lo hanno già fatto, adesso divertiamoci".

Francesco Paletti