Nel suo primo giorno di pensione, partirà con un nuovo progetto per la città. Il dottor Maurizio Cecchini, "da 43 anni nella medicina d’urgenza e promotore della rianimazione precoce", con la sua (omonima) onlus aprirà l’"Officina del cuore" "negli ampli spazi" in via Fermi 7.
Perché?
"Ho lavorato 22 anni in terapia intensiva cardiologica, 8 in pronto soccorso, altrettanti in medicina d’urgenza universitaria come responsabile della subintensiva, 5 come responsabile dell’ambulatorio cardiologico dell’andrologia e della cardiologia pediatrica. Ho un bagaglio di esperienza che non vorrei sprecare. Chi lavora nella catena di montaggio non vede l’ora di andare in pensione, giustamente, ma io ho avuto la fortuna di fare il lavoro più bello del mondo: è l’ultima cosa che faccio nella mia vita e vorrei continuare ad aiutare le persone".
Come funzionerà?
"Sarà un ambulatorio di cardiologia clinica e strumentale, un progetto che avevo in mente da tempo. Ci sono oltre 5 milioni di persone (dati Istat) che vivono al di sotto della soglia della povertà e che per questo motivo non riescono a curarsi".
I servizi previsti?
"Nella struttura sarà possibile svolgere tutti gli esami, come elettrocardiogramma e holter - le macchine sono tutte mie".
Ma avrà una particolarità
"Almeno una volta a settimana, il mercoledì, l’ambulatorio (tramite la onlus) svolgerà l’attività a offerta libera, chi potrà, lascerà un contributo per le spese nella gestione della sede".
Come stabilirà chi è indigente?
"Grazie a un accordo con i medici di famiglia. Il lunedì e il venerdì apriremo le porte a tutti gli altri, ma con il tariffario minimo previsto dall’ordine dei medici. Ma i pazienti oncologici, sia adulti che bambini, saranno visitati e curati a costo zero. Lo faccio per i tempi, soprattutto: spesso questi pazienti devono avere risposte rapide per poter cominciare la chemioterapia".
Ma non crede che il suo sia un lavoro che debba essere retribuito?
"Certo. ’A ciascuno a seconda dei propri bisogni ma da ciascuno a seconda delle proprie possibilità’ diceva Turati. Con la stessa filosofia sarà potenziata la cardiologia domiciliare. E saranno possibili le tele-visite: mi farò inviare il materiale prima".
La sede sarà grande.
"L’ho trovata dopo un appello sui social grazie a una coppia di pazienti: è accessibile a tutti. Qui continueremo i corsi per l’uso del defibrillatore (il primo dae fu donato a Calci nel 2007, ora siamo a 570 a Pisa e non solo) e molto altro".
Antonia Casini