Nardini fiume in piena: "Operazione-Capannoli telecomandata da Pisa per cacciarmi dal Pd"

L’assessora regionale: "Ho ricevuto una lettera in cui mi si accusa di violare lo Statuto e sostenere una candidata diversa da quella del partito. Ma si sono svelati. Non si sopravvalutino, non ci riusciranno".

CAPANNOLI (Pisa)

"Ho ricevuto una lettera che minaccia provvedimenti nei miei confronti, firmata dalla segretaria del circolo Pd di Santo Pietro Salvadori, da quello di Capannoli Maggini e da quello dell’Unione comunale Bacherotti. Come me, l’hanno ricevuta altre iscritte e altri iscritti al partito, alla vigilia dell’inizio della campagna elettorale, alla faccia della volontà unitaria e di ricomposizione del partito che qualcuno ha persino il coraggio di millantare". È un fiume in piena l’assessora regionale all’istruzione, università, lavoro e pari opportunità Alessandra Nardini, capannolese doc, che - proprio nel giorno in cui Elly Schlein è in Toscana (Volterra prima, Livorno poi) per la campagna elettorale dei candidati sindaci – solleva il vaso di Pandora di uno scontro, tutto interno al Pd capannolese e pisano, in atto ormai da mesi. Capannoli diventa l’epicentro di una ‘guerra dei mondi’ tra le due anime del partito. Schleiniani contro bonacciniani, con il Pd (provinciale) che candida l’ex segretaria comunale dem Barbara Cionini, nonostante la disponibilità della sindaca uscente Arianna Cecchini, fedelissima della Nardini e giunta a fine secondo mandato. "Dopo aver risposto pubblicamente agli attacchi nei mesi scorsi – esordisce Nardini – , avevo deciso di non raccogliere più le provocazioni e abbassare i toni, proprio perché ci avviciniamo al voto. Ho ben chiaro, io, chi è l’avversario politico, la destra, che Cionini non attacca mai nella propria campagna tutta incentrata sul denigrare Cecchini. Oggi, però, non posso tacere, e credo sia necessario rispondere pubblicamente. Perché non ho niente da nascondere e perché credo ognuno debba assumersi le responsabilità delle proprie azioni". Poi le accuse: "I mittenti di questa lettera, che segue una prima lettera con una lista di proscrizione di persone a cui togliere la tessera firmata dalla candidata Cionini, sonob tra i protagonisti della rottura della nostra comunità politica visto che, con un blitz a tradimento e contro l’opinione di decine di iscritti e simpatizzanti, hanno silurato la sindaca e l’intera giunta uscente di centrosinistra e candidato Barbara Cionini". Un’operazione che la Nardini definisce "assurda, nel metodo e nel merito", tale da aver "devastato il partito locale".

"In queste settimane – continua l’assessora regionale – ho assistito incredula a ciò che mai avrei pensato di vedere: una segretaria di circolo, quello di Santo Pietro, che di fronte alla richiesta di confronto sottoscritta da 20 iscritti sui 24 totali, non ha nemmeno avuto il garbo di rispondere; un segretario di partito che siede da 5 anni nei banchi del consiglio comunale senza mai contestare alcuna scelta dell’Amministrazione comunale di cui fa parte, che ora presenta richieste di accesso agli atti, sedendo ancora tra i banchi della maggioranza, critica progetti e scelte finora sostenuti senza nemmeno sentirsi ridicolo; verbali di assemblee comunali che non riportano cosa è accaduto in quelle riunioni; un appello sottoscritto da oltre 60 persone tra iscritti, simpatizzanti Pd e del centrosinistra, del tutto ignorato; il no alla richiesta di Primarie quando il ricorso a quello strumento di trasparenza e democrazia avrebbe evitato la spaccatura a cui stiamo assistendo e che rischia di consegnare il Comune alla destra".

"Potrei continuare. Questa lettera nei miei confronti, però credo faccia chiarezza – attacca Nardini – e sveli l’intenzione originaria di questa operazione, nata a Capannoli da acredini e ambizioni personali mai soddisfatte e prontamente telecomandata dal Pd provinciale: isolare ed escludere quel pezzo di partito che ha osato criticare il segretario provinciale Sabatino, non riconoscendosi nella sua linea politica e in questa modalità di gestione del partito. Vale per me e vale per la sindaca uscente Cecchini. Non a caso a queste legittime critiche politiche invece non aveva preso parte Cionini, che evidentemente si preparava già a questa operazione. Lo dico senza girarci intorno: a essere attaccata è la garanzia di democrazia interna e questo dovrebbe preoccupare ben oltre i confini di Capannoli".

"L’accusa che mi viene rivolta – spiega – è quella di essermi comportata slealmente e, a quanto pare, l’accusa arriverebbe direttamente dalla candidata Cionini, a cui privatamente ho avuto modo di scrivere che per me la questione non è personale ma politica, vista la violenza nei modi e il cinismo con cui è stata imposta la sua candidatura e il tradimento di un percorso amministrativo che ritengo virtuoso. Siamo, quindi, nell’accusa che mi viene rivolta, ai limiti del reato di opinione. Io continuo a sentirmi libera di sottolineare quanto quel passaggio sia stato sbagliato e a oppormi ad un modo di fare politica arrogante e divisivo". "Detto questo – chiosa l’assessora regionale – , non ho sottoscritto nessun’altra lista e non farò campagna contro il partito a cui appartengo. Io posso dire a testa alta di non averlo mai fatto neppure in passate stagioni, altri faticherebbero a dirlo con onestà intellettuale. Allo stesso tempo, non mi si può chiedere di mentire rispetto al mio giudizio e sostenere in prima linea un percorso per me sbagliato sotto tutti i punti di vista. Provo profondo imbarazzo per Salvadori, Maggini, Bacherotti e Cionini, mi domando come possano chiedere provvedimenti ed espulsioni verso persone che hanno fatto la storia del partito che dovrebbero rappresentare e che, invece, stanno tradendo nei suoi principi più profondi. Si rassegnino, se l’obiettivo loro e di coloro che stanno dietro a questa aggressione, è di farmi adottare, per reazione, comportamenti che non rispettano il nostro Statuto in modo da potermi finalmente espellere e togliere di torno, non lo farò. Soprattutto, se pensano di riuscire a farci sentire estranei nel partito che è casa nostra, si sopravvalutano. Non ci è riuscito Renzi all’epoca, non ci riusciranno certo Bacherotti, Salvadori, Maggini, Cionini e chi per loro, oggi". Mentre il calendario incalza spedito verso l’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno, il voto a Capannoli acquista sempre più peso.

Paola Zerboni